Gabriele Sandri, quattordici anni dopo: il ricordo di una giornata che non si può scordare

L’11 novembre del 2007 moriva Gabriele Sandri, colpito mentre dormiva in macchina da un proiettile esploso da un’agente di Polizia. Stava andando a Milano a vedere Inter Lazio.

Gabriele Sandri, l'omaggio dei tifosi
Gabriele Sandri, l’omaggio dei tifosi

Sono passati quattordici anni, da quell’11 settembre 2007. Un periodo lunghissimo che pare un pò volato via, scivolato durante anni in cui tante altre storie – di calcio, di cronaca, di sofferenza, di speranza – si sono succedute rapidamente. Ma nessuno che ami il calcio e che conosca a fondo questa passione e sue vicende, può scordarsi di quel giorno maledetto e può dimenticarsi di Gabriele.

Una domenica sonnacchiosa, in attesa dell’inizio delle partite: era mattina, quando la notizia iniziò a circolare. Prima tra gli amici, i tifosi della Lazio, i compagni di tante avventure di tifo: Gabriele era tifoso della Lazio, appassionato, innamorato come lo sono i tifosi veri. Poi le conferme, i telegiornali, la consapevolezza: nell’autogrill a Badia del Pino, in provincia di Arezzo, era accaduto qualcosa di terribile. Era morto un ragazzo di ventisette anni, colpito in testa da un proiettile sparato dall’altra parte della carreggiata dell’autostrada.

Leggi anche -> Pallone d’Oro, i 5 vincitori mancati per “colpa” di Messi e Cristiano Ronaldo

Gabriele Sandri, quattordici anni dopo

Gabriele Sandri
Gabriele Sandri

La cronaca la conosciamo: il proiettile che uccise Gabriele partì dalla pistola di un agente di Polizia, che pensò di intervenire sparando da un lato all’altro di una autostrada per sedare una rissa tra tifosi. Quell’agente dopo un processo un pò faticoso, almeno all’inizio, è stato condannato ed ha scontato la sua pena. Ma non è questo aspetto della storia che vogliamo ricordare, oggi.

Gabriele è un nome che crea vicinanza, rispetto ed unione tra i tifosi di tutta Italia, e non solo. Il suo ricordo è celebrato in tutti gli stadi, a prescindere dai rapporti che possono intercorrere tra le tifoserie. Il suo ricordo è mantenuto vivo – oltre da tutti quelli che gli hanno voluto bene – proprio da loro, dai tifosi. E siamo certi che nonostante il passare degli anni, ci sarà sempre una curva che esporrà uno striscione con su stampato il nome di Gabriele.