De Ligt arriva alla Juventus e i bianconeri si assicurano un altro grande nome del calciomercato estivo, con buona pace delle dirette concorrenti. In particolar modo il Barcellona che è sembrata molto interessata al difensore olandese, ma poi ha mollato la presa sulla trattativa. Decisione non facile, figlia di una serie di aspetti riconducibili al pragmatismo più che alla voglia di valorizzare un talento già promettente di suo. Cosa avrebbe potuto fare de Ligt al Barça non è dato saperlo, anche perché le sue prestazioni oramai sono appannaggio dei bianconeri, possiamo però intuire come mai dalle parti del Camp Nou hanno scelto di concedere ad una diretta concorrente europea un pezzo così pregiato.
Il nodo principale, che i blaugrana non son riusciti a sciogliere, è quello dello stipendio: de Ligt, in bianconero, percepirà 12 milioni di euro netti a stagione. Cifra che mal si associa alla politica di mercato dei catalani che, per quanto l’olandese possa essere promettente, non avrebbero mai sborsato un salario simile ad un 19enne. Un altro aspetto fondamentale è stata la volontà del giocatore che, per quanto abbia cercato di mantenere un profilo basso ed equilibrato attorno alle sue vicende di mercato, ha finito per tradirsi facendo intuire come – di fatto – preferisse la Juventus a qualunque altra destinazione. Grande influenza, nell’affare, l’ha avuta Cristiano Ronaldo: vero e proprio idolo dell’olandese, con cui sarà compagno di squadra.
Di fronte a questa scelta di cuore, il Barcellona si è sentito – in qualche maniera – messo da parte: i catalani, come amano spesso ribadire, sono “molto più di un club” e desiderano veicolare comunque certi valori. Compreso quello dell’attaccamento. Nessuno pretende che ciascun tesserato al Barça sia come Leo Messi – dal punto di vista della riconoscenza – ma perlomeno un giocatore blaugrana deve concepire la squadra come priorità. Per de Ligt, i catalani son sempre stati una seconda scelta.
Infine c’è la suggestione Neymar: il brasiliano – per dirla alla Califano – non esclude il ritorno in Spagna. Ha detto a più riprese di voler tornare, anche se non esplicitamente, ha fatto ampiamente capire che Parigi per lui è un capitolo chiuso. Al cospetto della Torre Eiffel, in caso di un suo addio, non sarebbero certo affranti. Anzi. Al PSG sono stufi dei suoi comportamenti da star, parafrasando il presidente del club francese. Allora la porta del Barça resta aperta, con conseguente assenso di Messi. Per preparare, però, il ‘ritorno del figliol prodigo’ servono liquidi. Soldi da poter investire, che il club adesso ha. Se avesse ripiegato ogni risparmio su de Ligt, probabilmente per il revival Neymar non ci sarebbe stato spazio. Al nuovo che avanza si è preferita l’operazione nostalgia, ma fin qui una lacrima è scesa soltanto ai tifosi bianconeri che, con la rinuncia dei catalani, si mettono in casa l’ennesimo castigatore.
Proprio de Ligt, infatti, aveva eliminato la Juventus in Champions League nella scorsa edizione. Come fece Ronaldo con il Real Madrid esattamente un anno prima di approdare a Torino. Alla faccia dello sliding doors.
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