Lazio, Lotito: “Milinkovic? Difficile trattenerlo. Forti anche senza di lui”.

Milinkovic-Savic può lasciare la Lazio. Il presidente dei biancocelesti, Claudio Lotito, ha parlato in esclusiva al Corriere dello Sport in occasione dei 15 anni dalla sua acquisizione della squadra che verranno festeggiati domani. Nel 2004, infatti, l’attuale patron ha acquistato il club, diventandone oggi il proprietario più longevo nella sua storia.

A distanza di tutti questi anni, tante sono state le vittorie, le sconfitte, gli applausi e le critiche, ma la Lazio è senz’altro una delle squadre più interessanti ancora oggi della nostra Serie A e lo dimostrano i trofei, Coppa Italia 2019 per ultima, vinti sotto la sua gestione.

Il presidente ha deciso così di concedersi ad una lunga intervista di cui noi riporteremo solamente un estratto. Al suo interno ripercorre i passaggi chiave dell’acquisizione del club romano e gli aspetti più interessanti della squadra del presente e del futuro.

Lotito sulla Lazio e il futuro di Milinkovic-Savic

Primo ricordo: “Erano giornate frenetiche, avevo preso l’impegno morale di salvare la società, a parte l’interesse di diventare il presidente della squadra del cuore. Sentivo la responsabilità di dover salvaguardare il patrimonio di un club con oltre cento anni di storia, il primo nato a Roma. Ricordo le tensioni per l’acquisizione, non era semplice. Tutti lo ricordano. La Lazio contava 84 milioni di ricavi, 86 di perdite, 550 milioni di debiti. Da tutti era ritenuta una sfida scriteriata, impossibile da portare a termine. Questo è un pazzo, mi dicevano, ma vedevo l’entusiasmo della gente.

Dedizione al calcio: Non avevo altra scelta. Arrivai a lavorare 23 ore al giorno, uscivo alle 6 di mattina dall’ufficio, davo appuntamenti alle 2 di notte. Ricordate il mercato? Presi 9 giocatori l’ultimo giorno. Non avendo grandi risorse, non capivo perché i giocatori non dovessero essere testati. Prendemmo quasi tutti in prestito con diritto di riscatto, fui attaccato ma quel giorno comprai Siviglia e Rocchi, che ha fatto la storia della Lazio con i suoi gol. Pensavo che il club dovesse diventare una grande famiglia in cui ognuno ha il proprio ruolo. Oggi Rocchi allena nel settore giovanile e ha fatto un altro salto in avanti, come è accaduto per Inzaghi. Tommaso è un riferimento per i giovani, ha fatto la storia, ci sono dei valori da cui non prescindere”.

Impatto durissimo: “Dissi che dopo aver trovato la Lazio al funerale, l’avevo portata in coma irreversibile e avrei dovuto renderlo reversibile. Mi chiese quanto tempo avrei impiegato. Risposi tre anni e così è stato. Pagavo due squadre. Quella allestita da me e costava un terzo rispetto a quella del piano Baraldi a cui non erano stati pagati gli stipendi. Con le norme attuali la Lazio non si sarebbe iscritta al campionato. La salvezza vera si realizzò attraverso l’accordo con l’Agenzia delle Entrate, avevamo 140 milioni di debiti con il Fisco. Fui il primo a ottenere la transazione. Ci tengo a dirlo: non era una legge fatta ad hoc per Lotito, ma esisteva dal 2002. Restavano altri 450 milioni di debiti, avevo la fila dei creditori nel mio ufficio a chiedere il conto“.  

Milinkovic-Savic: “Si trova bene alla Lazio e noi siamo ben contenti di averlo. E’ un periodo strano. L’anno scorso sono riuscito a respingere tutti gli assalti, quest’anno si potrebbe proporre un problema di rispetto se il giocatore dovesse prospettare una soluzione diversa. Diciamo così: potrei avere meno armi per respingere gli attacchi, alcune le ho spese l’anno scorso.  La Lazio non sarà mai indebolita, ma sempre rafforzata, su questo non ci sono dubbi, possiamo dirlo con certezza: è il nostro intendimento. Nella vita tutti sono utili e nessuno indispensabile, ma non legate questa risposta a Sergej”.