Milan, Andre Silva e Kalinic: il declino degli attaccanti della grandeur cinese

I tifosi del Milan ricorderanno sicuramente l’esaltante estate del 2017. Con l’avvento della proprietà cinese, avvenuto in aprile, i rossoneri furono protagonisti indiscussi del calciomercato. Non c’era giorno senza un’indiscrezione o un nome illustre accostato al Milan disposto a spendere cifre “folli” per accaparrarsi calciatori che, sul campo, si sono rivelati ben al di sotto delle aspettative in una stagione da dimenticare.

Regista di quelle “stravaganti” operazioni di mercato è stato l’allora d.s. milanista Massimiliano Mirabelli. Fu lui, con la supervisione dell’a.d. Marco Fassone, a portare a Milanello, con i capitali dell’enigmatico presidente Yonghong Li (di cui si ignora tuttora la provenienza) i vari Bonucci, Rodriguez, Conti, Kessie, Biglia, Borini, Calhanoglu e quelli che sarebbero dovuti essere i due attaccanti della rinascita rossonera, Andre Silva e Nikola Kalinic.

Andre Silva, da erede di Cristiano Ronaldo a flop rossonero

L’attaccante portoghese fu il primo colpo a sorpresa di Mirabelli. Arrivato dal Porto a 38 milioni più bonus con la fame di prediletto di Cristiano Ronaldo, nella sua unica stagione in rossonero è stato un’autentica delusione. Di lui si ricordano i gol – inutili – a Austria Vienna e Skendjia in Europa League e l’incornata per lo 0-1 nella trasferta vittoriosa a Marassi con il Genoa. Poi, poco altro. Sia con Montella che con Gattuso più panchina che campo per Andre Silva che, la scorsa estate, chiese e ottenne la cessione.

A prenderlo fu il Siviglia, in prestito con diritto di riscatto. L’inizio con gli andalusi fu promettente. Tre gol all’esordio in Liga con il Rayo Vallecano, altri 4 gol in campionato a settembre poi il lento e inesorabile declino con gli ultimi mesi in tribuna per un non meglio dichiarato infortunio al tendine rotuleo. Insoddisfatto, il Siviglia ha deciso di non esercitare l’opzione d’acquisto. Nonostante la presunta stima di Giampaolo, brevissimo è stato il suo ritorno al Milan con la cessione da ufficializzare al Monaco per 30 milioni, una cifra che permetterà di iscrivere a bilancio una plusvalenza di 9 milioni, l’unico importante risultato ottenuto in rossonero da quello che sembra destinato a restare un’eterna promessa del calcio lusitano.

Nikola Kalinic, il prediletto di Montella

Nella settimana conclusiva del calciomercato 2017, al termine di una trattativa travagliata, il Milan riuscì a strappare Nikola Kalinic alla Fiorentina. A sponsorizzare il suo arrivo in rossonero fu Vincenzo Montella che lo aveva allenato in viola. A tal punto Montella si espose sul croato che Mirabelli fu costretto a interrompere la presunta trattativa con il Borussia Dortmund per Aubameyang.

Per Kalinic, stessa sorte di Andre Silva in rossonero. Avvio promettente con la doppietta decisiva all’Udinese poi un gol al Chievo e un altro al Benevento nel 2-2 sancito dal portiere Brignoli. Nel girone di ritorno, Gattuso gli preferì sempre Cutrone. All’ultima giornata, il gol del croato nel 4-1 alla Fiorentina è stato l’ultimo in rossonero per il croato che, nell’estate scorsa, venne acquistato, a sorpresa dall’Atletico Madrid.

Fu Simeone in persona a esporsi per il suo arrivo. In maglia Colchoneros, 24 presenze e 4 gol equamente divisi tra Liga e Coppa del Rey, un’altra stagione deludente che ha reso il croato un esubero da cedere. Kalinic non è stato aggregato ai compagni per la tournée di amichevoli negli Usa, un gesto che prelude a un altro, infausto, addio a due anni dal “glorioso” arrivo a Milanello.