Milan, Piatek: “Mi sento bene. Giampaolo è molto esigente”

Milan, Piatek: “Ora sono fisicamente pronto“. La stagione di Krzysztof Piatek con la maglia del Milan non è certa iniziata nel migliore dei modi. Dopo le prime due giornate di campionato il polacco è ancora a secco di gol. Lo scorso anno il numero 9 ha fatto segnare numeri pazzeschi, chiudendo la stagione con 30 reti (19 con il Genoa e 11 con i rossoneri) in 48 partite.

Intervistato da FootTruck, Piatek ha affrontato diversi temi, tra i quali anche quello attinente al suo momento no: Nelle partite ufficiali non ho segnato in una partita e mezzo. Mi sembra che all’inizio della stagione non ero in forma perché le gambe erano ancora pesanti e lo sentivo negli ultimi test e anche nella prima giornata con l’Udinese. Quindi non ero fresco ma adesso sono già in forma e mi sento bene. Poi c’è anche il nuovo allenatore, il nuovo sistema e questo non è semplice da realizzare. Dobbiamo tutti imparare a conoscerlo e per questo serve tempo”.

Poi, l’attaccante del Milan ha proseguito sottolineando le difficoltà incontrate con i difensori italiani: “Ci sono situazioni, come a Cesena, in cui i difensori mi tenevano per entrambe le braccia, come in una battaglia. E’ strano che in Italia gli arbitri difendano i difensori più che gli attaccanti”. 

Sui numeri fatti registrare la scorsa stagione, Piatek ha confessato: “Non me l’aspettavo. Se segni 30 gol in 48 partite non è fortuna, lo è se magari ne segni 8 in 6 partite”. Il polacco ha proseguito affrontando il tema della maglia numero 9: “L’allenatore mi ha detto scherzando che le persone prendono sul serio queste cose. In spogliatoio, dopo la partita con il Brescia in cui la palla ha quasi attraversato la linea, i compagni mi hanno detto che era colpa del 9, ma io ho sempre voluto giocare con quella”.

Sul suo modo di giocare, invece, Piatek ha precisato: “In Italia dicono che sono il tipico polacco, sempre in area. Non sono tanto d’accordo perché quando guardo le statistiche dopo la partita vedo che ho tanti contatti con il pallone fuori area e che partecipo al gioco. Sicuramente devo lavorare sul gioco di testa e sul tiro mancino, e nel giocare spalle alla porta. Credo che lo faccio già bene ma posso migliorare”.

Piatek ha proseguito analizzando le richieste di Marco Giampaolo: “Giampaolo è molto esigente e ha sempre pronte quindici opzioni per una giocata. Per noi è stato difficile perchè in tanti eravamo ancora assenti all’inizio della preparazione e per il 75% di essa c’erano tanti ragazzi della Primavera, quindi non abbiamo avuto la possibilità di provare tutte le giocate che Giampaolo avrebbe voluto. Adesso mi sembra che tutto stia andando nella stessa direzione e che stiamo migliorando da un giorno all’altro. C’è ancora tanto da fare sia in difesa, in pressing, che in attacco. Sto provando a muovermi come mi chiede l’allenatore perchè sono consapevole di poter credere in questo modo e di poter diventare ancora più forte”.

Sui compagni, infine, Piatek ha dichiarato: “Colui che scherza è senza dubbio Kessié, un ragazzo molto molto positivo e incredibilmente pazzo. Non si preoccupa, entra nello spogliatoio sparando, danzando, mette la musica dal cellulare di tutti”. Su Paquetà, invece: “A volte comunichiamo in uno scarso italiano, a volte lui dice qualcosa in portoghese. Gattuso era confuso su come mai fossimo così d’accordo, ma siamo amici molto uniti. Ha un potenziale incredibile –ha proseguito l’attaccante polacco-; non è solo tecnica e skills, ma gambe davvero forti e fisico. Ha senso del rischio, a volte Giampaolo si arrabbia, ma è un giocatore di cui fidarsi”.