Prunier
Si chiama William Prunier, ha giocato anche nel Napoli, ed è il peggior difensore della storia del Manchester United. Un “primato” di cui non si può andare fieri, ma pur sempre un record. Un modo per entrare nella storia, quello di essere uno dei peggiori calciatori di tutti i tempi della Premier League. Il Telegraph ha pensato di intervistare l’ormai ex calciatore, che arrivò allo United nel 1995, e che fu mandato via dopo appena due partite. In realtà Prunier è riuscito a comporre una carriera che, curriculum alla mano, sembra quella di un qualsiasi giocatore di un certo livello. I tifosi del Napoli lo ricordano come “perno” della squadra che retrocesse in Serie B col record negativo di punti. Oggi Prunier ha 52 anni e vive ancora di calcio. Allena nella squadra di quinta divisione francese, il Canet Roussillon.
Prunier ci tiene a specificare che non fu cacciato dallo United: “Il mio contratto non si riuscì a finalizzare per problemi economici. Questo il motivo. Ma non importa ormai, si è diffusa questa storia. Per me è stata un’esperienza bella. Un sogno e un onore vestire quella maglia”. Prunier si vanta anche dell’amicizia con Cantona, conosciuto all’Accademia di Auxerre in Borgogna. “Eravamo giovani e abbiamo fatto delle cose stupide per uscire e divertirci. Uscivamo usando le finestre, poi lungo le grondaie anche se era stupido e sconsiderato. Ci hanno scoperto solo dopo molti anni”.
L’approdo al Manchester United arrivò quando chiese rinforzi per fronteggiare il Newcastle di Kevin Keegan, che in classifica volava. Prunier fu chiamato in prova. Prunier accettò e lasciò il Bordeaux, anche se fu avvisato che inizialmente sarebbe finito tra la squadra delle riserve. Prunier non parlava una parola d’inglese e si affidava all’amico Cantona (che ritrovò a Manchester) per le traduzioni. “Non parlavo inglese, quindi ho raccontato le storie a Eric per tradurle in gruppo. Ma, naturalmente, ha cambiato tutto durante la traduzione”. Debuttò quando si infortunò David May: passò indenne l’esordio col QPR, ma fu crocifisso dopo la sconfitta per 4-1 contro il Tottenham. Fu demolito dalla stampa e subito messo da parte. Esperienze poi all’ Hearts, nel Napoli, nel Copenaghen e anche in Qatar. Ma sempre con l’etichetta di “scarsone”. Pazienza.
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