Si è tornato a parlare di razzismo negli stadi la scorsa settimana quando, in Cagliari–Inter, un gruppo di “tifosi” sardi ha ululato con Romelu Lukaku, pronto a calciatore il rigore. Un altro episodio vergognoso dei nostri stadi, l’ennesimo alla Sardegna Arena dopo quello successo con Moise Kean in un recente Juventus-Cagliari.
Razzismo e omofobia, nel 2019, sono ancora tabù nella società in generale e anche nel calcio. Chi si è sempre schierato contro questi due squallidi comportamenti di certi “tifosi” è Olivier Giroud. Che ha ribadito il proprio pensiero ai microfoni di France Football. Si è lamentato che in Francia, contro questi argomenti, si è più morbidi rispetto all’Inghilterra. Di recente la gente ha iniziato ad esibire le proprie idee omofobe anche con striscioni.
“I canti esistono da tempo, invece gli striscioni sono una cose nuova”, ha detto l’attaccante del Chelsea. “Non so se il canto può essere evitato, ma l’altro sicuramente lo è. È necessario identificare i piantagrane e buttarli fuori dagli stadi. In Inghilterra questo non succede. C’è un regolamento che li tiene sotto controllo. Che nel 2019 stiamo ancora parlando di omofobia o razzismo indica che la nostra società non è cambiata molto“.
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