Juve, preoccupano i conti: ecco le ragioni dell’aumento di capitale

Juve, preoccupano i conti: ecco le ragioni dell'aumento di capitale
Juve, preoccupano i conti: ecco le ragioni dell’aumento di capitale

La Juventus ha confermato sul suo sito ufficiale di aver avviato l’iter per l’aumento di capitale da 300 milioni di euro. L’operazione, coperta per 192,6 milioni dalla Exor, la holding di famiglia Agnelli, e per la restare parte attraverso l’emissione di nuove azioni del club, è diventata una necessità. I documenti infatti evidenziano quella che la società definisce una “situazione di tensione finanziaria, non disponendo di capitale circolante sufficiente a far fronte al proprio fabbisogno finanziario complessivo per i dodici mesi successivi alla Data del Documento di Registrazione (stimato in Euro 148 milioni)”.

Juve, si prevede un bilancio 2020 in rosso

Se l’operazione andrà a buon fine, si legge nel prospetto dell’aumento di capitale, “circa la metà dei proventi netti dell’aumento di capitale sarà destinata a rimborsare debiti o finanziare impegni già assunti o che saranno assunti nei prossimi dodici mesi”. “Solo la parte residua dell’aumento di capitale”, scrivono gli amministratori del club del presidente Andrea Agnelli, “sarà destinata a finanziare le ulteriori azioni previste dal Piano di Sviluppo”.

La Juventus, che prevede di chiudere anche il bilancio 2020 in rosso, con perdite che potrebbero anche superare quelle registrate nel 2019, ha sforato l’indicatore di liquidità della FIGC.

Sforato l’indice di liquidità della FIGC

Introdotto nel 2015, l’indice di liquidità viene calcolato attraverso il rapporto tra attività e passività correnti. La prima voce comprende le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro i 12 mesi; la seconda i debiti che scadono entro i 12 mesi. La Federazione ha indicato una soglia minima di sostenibilità, per questo indicatore, di 0.7. “Sulla base delle risultanze contabili al 30 settembre 2019” si legge nel prospetto della Juventus, “l’indicatore di liquidità della società è pari a 0,55 e, dunque, inferiore alla misura minima applicabile: come tale, in occasione della verifica alla scadenza del 30 novembre 2019, tale indicatore risulterà non rispettato”.

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