Man City, accuse per doping all’ex medico e Champions League a rischio: la situazione

Manchester City, ex medico accusato di doping
Manchester City, ex medico accusato di doping

Andrew Johnson è il nome più in voga dalle parti di Manchester, infatti il City di Guardiola a causa del dottore è finito ancora sotto i riflettori mediatici: il medico, che ha lavorato con i Citizen e per Etihad, è stato accusato di doping. Avrebbe fornito informazioni fraudolente in merito ad una richiesta di esenzione per uso terapeutico per conto di un giocatore. Il fatto risalirebbe al periodo in cui il professore lavorava anche per il Bury Football Club.

Nella fattispecie una richiesta di esenzione consente all’atleta di ottenere l’approvazione per l’uso di una sostanza, in tal caso testosterone, proibita per via del trattamento di una condizione medica legittima. La squadra di Guardiola ha subito interrotto ogni legame con il dottore, anche se di fatto era già qualche tempo che non ricorreva più ai suoi servigi: le accuse rivolte al medico riportano, dunque, al 1 dicembre dello scorso anno. Si attendono gli sviluppi processuali. Qualora le accuse venissero confermate, Johnson potrebbe non esercitare la professione medica in ambito sportivo per quattro anni.

Man City, il comunicato del club in merito alle accuse di violazione FPF

Restando in tema di iter processuali, il team di Guardiola aspetta ancora di capire se potrà partecipare alla prossima Champions League: il caso riguardante le violazioni del Fair Play Finanziario, che ha coinvolto la società inglese, è ancora oggetto di discussione. La sentenza definitiva dovrebbe arrivare per gennaio. I Citizen, dal canto loro, smentiscono le accuse rivolte con un comunicato ufficiale: “Il Manchester City è totalmente fiducioso di ottenere un esito positivo se la questione viene affrontata da un organo giudiziario indipendente. L’accusa di irregolarità finanziarie rimane del tutto falsa”, si legge nella nota.

“La decisione contiene inesattezze, interpretazioni errate e vizi di forma fondamentalmente nate da una mancanza di un giusto processo e rimangono importanti questioni irrisolte sollevate dal Manchester City come parte lesa che si è ritrovata in un processo del tutto insoddisfacente, ridotto e ostile”, conclude la dirigenza del club.

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