Coronavirus e calciomercato: possibile rivoluzione, le novità su contratti e trasferimenti
La pandemia da Coronavirus ha messo ko il calcio mondiale. E non solo: anche tutti gli altri sport si sono dovuti arrendere. Gli sportivi si chiedono se e come si riprenderanno le attività. E se ci sarà modo di completare la stagione. Interrogativi, per ora, senza risposte precise. Anche perché all’orizzonte si profila anche l’annata successiva, che rischia di essere compromessa dall’emergenza. E parlando di calcio, di mezzo ci sarebbe l’immancabile calciomercato: l’appuntamento estivo che accompagna i mesi senza calcio dei tifosi di tutta Europa. Ma come sarà il calciomercato all’epoca del Coronavirus? Una domanda a cui oggi è difficile dare una risposta. Teoricamente, la stagione avrà burocraticamente fine il 30 giugno. Dal 1 luglio, quindi, aprirà il calciomercato e sarà possibile tesserare nuovi calciatori e cedere i propri ad altre squadre.
Ma oggi è tutto in bilico: bisognerà capire se ci sarà modo di giocare per completare i campionati e le coppe, e se davvero si riuscirà a completare la stagione in tempo per la sua scadenza naturale: il 30 giugno. Gli Europei 2020 sono già stati annullati, ma il rischio che i recuperi possano andare oltre il 30 giugno è concreto. A quel punto, slitterebbe anche l’inizio del calciomercato, che fa parte della finestra della stagione prossima. E molto dipenderà anche da quando cominceranno i prossimi campionati: se quelli attuali finiranno in ritardo, slitterà anche l’inizio della prossima stagione. E di conseguenza sarà condizionato anche il calciomercato. Se si andrà oltre la data del 30 giugno saranno toccati anche i contratti: quelli di tutti i calciatori attualmente sono validi fino a questa data. Se la stagione si prolungherà serviranno modifiche rapide e urgenti ai regolamenti per delle proroghe d’ufficio per renderli validi fino alla data più utile. Questo comporterà costi per le società e molte difficoltà, anche in merito ai rinnovi e alla gestione dei calciatori in scadenza. Ecco perché la Fifa vorrebbe evitare di arrivare a queste modifiche. Di certo sarà una sessione molto più “virtuale”. A causa dell’emergenza Coronavirus ci si aspettano forti limitazioni ai viaggi e agli spostamenti, e di conseguenza i tanti incontri da dirigenti saranno ridimensionati parecchio. Poco male, col telefono e il computer si può fare molto. Chi parlava di smart working?
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