(F)Urbi et Orbi, le scuse più bizzarre per uscire di casa a Roma nei giorni del Coronavirus

Le scuse più assurde per uscire di casa a Roma
Le scuse più assurde per uscire di casa a Roma

Città Eterna, Roma, resiste a tutto. Persino al Coronavirus, che la svuota senza scalfirla. Il rumore del vento accompagna le strade deserte, ogni tanto un urlo si perde nell’aria rarefatta. Sembra surreale, eppure è tutto vero: il COVID-19 ha cambiato, fra le altre cose, l’essenza della Capitale. Da caotica e trafficata a tranquilla ed immensa, però non sempre basta a placare l’estro dei più nostalgici. Coloro che non si rassegnano al fatto che, per tornare a popolare le strade di Roma, serve rimanere a casa. Almeno per adesso, finché l’ospite più indesiderato – il Coronavirus – non cambia aria.

Roma Capitale, le scuse più assurde dei cittadini: dall’amante alle perdite d’acqua

Coronavirus, le scuse più incredibili per uscire di casa
Coronavirus, le scuse più incredibili per uscire di casa

Circolare per strada è severamente vietato sull’intero territorio nazionale, ma alcune eccezioni sono possibili per determinati bisogni riguardanti la salute o le estreme necessità: basta presentare un’autocertificazione. La fantasia dei romani è andata oltre lo scibile umano, autocertificazioni al pari di pergamene in grado di annoverare motivazioni degne di una poesia del compianto Trilussa.

Testimonianza dell’estro e l’incoscienza dei cittadini sono le parole di Antonio Di Maggio, Comandante della Polizia di Roma Capitale, che ha raccontato le situazioni più bizzarre a cui ha assistito in questi giorni: “C’è chi ha detto che stava andando a trovare la sua amica o amante, oppure chi ha tirato in ballo perdite d’acqua improvvise nelle seconde case al mare o in montagna”, ha rivelato all’agenzia di stampa Dire. Se la situazione non fosse altamente seria, le risate sarebbero all’ordine del giorno. All’ombra del Colosseo, nel momento del bisogno, una giusta dose di irriverenza e ironia salva sempre tutto. O quasi.

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