La Lega Pro insiste: serve la cassa integrazione. Il calcio studia la fase 2

Il calcio studia la fase 2, la Lega Pro insiste: serve la cassa integrazione
Il calcio studia la fase 2, la Lega Pro insiste: serve la cassa integrazione

Il basket, il rugby e la pallavolo si fermano, ma il calcio sta pensando a come ripartire. Anche terminando la stagione oltre l’estate. La FIGC ha riunito la commissione medica e lascia intendere che pensa a ricominciare il campionato per il mese di maggio. Ma perché si possa uscire dalla crisi del sistema calcio, serve un accordo tra Lega Pro, AIC e AIAC per individuare una via d’uscita comune.

Le tre organizzazioni hanno presentato un appello al governo, chiedendo la concessione degli ammortizzatori sociali per i tesserati che guadagnano meno di 50 mila euro l’anno e l’introduzione di nuovi strumenti a favore dei club per sopperire alla carenza di liquidità.

Dalla riunione sull’emergenza COVID-19 è emersa la chiara consapevolezza di tutte le parti dell’aggravarsi dello situazione economico-finanziaria” si legge in una nota della Lega Pro, che si trova ad affrontare problematiche “sanitarie, economiche e gestionali” evidentemente diverse rispetto alla Serie A e alla Serie B. L’obiettivo comune è, naturalmente, “di salvare il sistema nell’immediato“.

La Lega Pro: aiuti per chi guadagna meno di 50 mila euro

Il calcio studia la fase 2, la Lega Pro insiste: serve la cassa integrazione
Il calcio studia la fase 2, la Lega Pro insiste: serve la cassa integrazione

Ma allo stesso tempo, ora più che mai serve un’ottica di medio-lungo periodo per far sì che le conseguenze della crisi non vadano a pesare sulla base del sistema calcio. Lega Pro, AIC e AIAC “si sono concentrate nell’analizzare la situazione dei tesserati che percepiscono un reddito inferiore ai 50.000 euro annui ed hanno assunto il comune impegno, valutata la specificità della serie C, di tutelare in particolar modo tali fasce di tesserati che la crisi ha colpito maggiormente“. Ovvero quei calciatori che, come ha fatto notare Damiano Tommasi, con gli ingaggi della squadra si pagano l’affitto di casa.

Al Monza, ho ridotto del 50 per cento gli ingaggi di allenatori e staff e non ho toccato quello di chi fatica ad arrivare a fine mese“, dice Adriano Galliani, che in serie C ha fatto da apripista. Ma la combinazione cassa integrazione-stipendi-tagli rischia di mandare in tilt il sistema europeo. E’ su questa partita che potrebbe decidersi il futuro del calcio in Italia.

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