Pressing, il calcio visto da Raimondo Vianello: la storia del programma

Pressing, il programma di Italia 1 che sfidava, e a volte batteva, la Domenica Sportiva. Un programma cucito addosso a Raimondo Vianello, conduttore dal 1991 al 1999, ultima edizione nella versione originale

Pressing, il calcio visto da Raimondo Vianello: aneddoti e storia del programma
Pressing, il calcio visto da Raimondo Vianello: aneddoti e storia del programma

Il calcio ha bisogno anche di leggerezza, di non prendersi troppo sul serio. E’ questa l’intuizione di Silvio Berlusconi che nel 1990 offre agli spettatori un racconto alternativo alla Domenica Sportiva per la seconda serata. Per rivedere un’ultima volta i gol prima di tornare al lavoro il lunedì mattina, lancia in palinsesto Pressing. Conduce Marino Bartoletti, con Teo Teocoli e Kay Sandvik. Il programma sembra la naturale continuazione di “A tutto campo” che era andato in onda nelle ultime due stagioni su Telecapodistria, controllata allora da Fininvest.

Ma la vera innovazione che cambia la storia del programma matura l’anno successivo. Berlusconi si mette in testa di fare seriamente concorrenza, anche come audience, alla Domenica Sportiva. E punta su Raimondo Vianello: presentatore, attore, grande appassionato di calcio ma esterno al mondo del pallone. Il tocco leggero, lo humour sottile, i siparietti con le vallette che si sono succedute, su tutte Miriana Trevisan e Antonella Elia, colorano il programma.

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La storia e gli aneddoti su Pressing

“Pressing” mantiene comunque una componente giornalistica e calcistica forte, attraverso la presenza di due opinionisti come Giorgio Tosatti e Omar Sivori, poi di fatto allontanato perché fin troppo schietto.

Fissato in palinsesto inizialmente alle 22 su Italia 1, dal 1993 deve essere spostato in avanti, alla fine del posticipo serale che da quella stagione cambia le abitudini televisive dei tifosi. Ma non perde quella dimensione fintamente naif tipica dell’umorismo di Vianello che si diverte anche a stuzzicare Maurizio Pistocchi sui casi più delicati da moviola.

Fino al 1997, Pressing si trova spesso anche a vincere la gara degli ascolti con la Domenica Sportiva. In una delle puntate memorabili del programma, Raimondo Vianello ha commesso, scrive Renato Franco sul Corriere della Sera, “l’unico scivolone (alla Gronchi) della sua strepitosa carriera, quando invitò i telespettatori a votare per il suo datore di lavoro, era il 1994, l’anno della discesa in campo di Silvio Berlusconi“.

Nel 1997 il programma vira in maniera più decisa verso una componente di infotainment leggero con il passaggio di Giorgio Tosatti alla Rai. Così, nel 1999, Raimondo lascia per dedicarsi alla sceneggiatura di “Casa Vianello”.

“Alla mia età si può pensare di vivacchiare cullandosi sugli allori, oppure si può dire addio a tutti e dedicarsi ad altri impegni” racconta, come riporta La Nuova Sardegna. “Io preferiscono uscire di scena adesso che la trasmissione va avanti a gonfie vele, confortata dai magnifici dati di ascolto e dal consenso del pubblico“.

All’inizio, si fanno diversi nomi di suoi eredi. Si parla di Teo Teocoli, di Simona Ventura che però rifiuta, di Gerry Scotti in tandem con Corrado Tedeschi. Ma il programma finirà con lui. Il nome Pressing, invece, resterà ancora, associato agli studi di approfondimento dopo le partite di Champions League.

Dal 2 settembre al 29 dicembre 2018, a distanza di diciannove anni, Pierluigi Pardo lo fa rivivere su Canale 5, e dallo scorso gennaio Giorgia Rossi ci riprova su Rete 4. Ma non può che essere un programma molto diverso dall’originale.

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