Hector Bellerin è un calciatore atipico: ha voluto studiare ottenendo un diploma con il massimo dei voti. Poi si è iscritto all’università.
Facoltà di marketing e comunicazione, con specializzazione in scienze sociali e ambientali: Pennsylvania University.
La coscienza di Bellerin
Bellerin legge, legge moltissimo. Classici della letteratura inglese e spagnola. Ma anche sudamericana. Ama Shakespeare, il teatro classico. Conosce quasi a memoria alcuni passi dei maggiori successi di Gabriel Garcia Marquez. É impegnato politicamente: in Spagna non è certo considerato un sostenitore della famiglia reale. In Inghilterra, dove gioca fin da ragazzino – Wenger lo chiamò nell’Arsenal nel 2010 quando aveva solo quindici anni e giocava nel Barcellona – è un accanito oppositore del primo ministro Boris Johnson. Qualche tempo fa un suo tweet nel quale invitava gli elettori inglesi a opposti al premier fu condito da un hashtag eloquente, #fuckBoris.
Bellerin è vegano, da ormai quattro anni. Ma anche ambientalista radicale. Sta sovvenzionando il rimboschimento di 56mila alberi, mille per ogni punto ottenuto dall’Arsenal nella stagione della pandemia.
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Il Forrest Green Rovers
Nel 2014, quando aveva 19 anni, un incontro gli cambiò completamente la vita: l’Arsenal aveva in programma un’amichevole al New Lawn Stadium, un impianto molto bello che si trova in una delle zone più belle e verdi d’Inghilterra. A Nailsworth, nel Gloucestershire. Bellerin gioca con avversari giovani quanto o più di lui che militano nel Forest Green Rovers, un club amatoriale sostenuto da una fondazione ambientalista. Il giorno dopo la partita Bellerin si presenta nella sede del club e chiede di che cosa abbiano bisogno. Gli dicono che il loro progetto è quello di dotare tutta la struttura di pannelli solari per alimentare luci e acqua calda di spogliatoi e servizi. Bellerin stacca un assegno ed entra nel club come ‘socio finanziatore’.
Da qualche mese ne è il proprietario. Il Forest Green Rovers, che gioca in League 2, ha un record: è la prima e finora unica squadra di calcio ad essere accreditata come carbon neutral dalle Nazioni Unite. La squadra viaggia con mezzi ecologici, il suo impianto non ha alcun impatto ambientale. Persino le maglie vengono lavate in modo biologico senza saponi industriali. L’impianto viene irrigato con acqua piovana che viene raccolta e rimessa in circolo. Il pubblico agli snack bar della struttura mangia solo sandwich vegani.
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“Tutti possiamo lasciare un segno”
La foresta da 56mila alberi (ma altri soci del Forrest Green contribuiranno con diverse piante) di Bellerin sarà piantata entro la fine dell’anno in Brasile, lungo le rive del Rio Araguaia. Bellerin è quasi più orgoglioso di essere il presidente del Forrest Green che il vice capitano dell’Arsenal: “Ho 25 anni e sono ancora molto giovane – dice – ma ho già imparato che niente è per sempre e che questa carriera prima o poi finirà e che c’è sempre modo di lasciare un segno di quello che fai e di quello che sei. Con il Forrest Green posso farlo. Mi sono subito appassionato al loro nome, alla loro motivazione e con il tempo ho avuto voglia di dare il mio contributo. Non si tratta solo di sostenere una squadra di calcio e il suo settore giovanile ma anche di investire in qualcosa di molto più grande. Qualcosa che condivido in senso profondo e che credo debba essere conosciuto e diffuso”.
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Nessun conflitto: impegno meritevole
La carica di Bellerin è stata riconosciuta anche dalla Football Association inglese che, di solito, è molto attenta circa gli investimenti effettuati nei club professionistici e semi-professionistici dei cosiddetti “addetti ai lavori”. Ma gli investimenti del giocatore sono stati considerati ‘nobili e disinteressati’ rispetto a quello che è lo scopo del club. Nulla che possa far pensare al conflitto di interessi. Al momento Bellerin investe un terzo dei suoi guadagni in attività di promozione e sensibilizzazione ambientale oltre che nel Forrest Green Rovers.
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