Maradona, finisce l’incubo dell’evasione fiscale: la sentenza

L’evasione fiscale tormentava Maradona da circa 20 anni e ora si vede finalmente la luce in fondo al tunnel. La Cassazione assolve il Pibe de Oro, scomparso lo scorso 25 novembre

Maradona evasione fiscale
Maradona evasione fiscale

Maradona esce dal tunnel dell’evasione fiscale, ora è ufficiale. Lo ha stabilito il verdetto della Cassazione, precisando che l’argentino avrebbe avuto diritto al condono del quale ha beneficiato il Napoli. In particolare, la questione riguarda il pagamento in nero degli stipendi di due ex campioni Partenopei, come Alemao e Careca, oltre al Pibe de Oro. E’ stato stabilito che, come i suoi vecchi compagni di squadra, anche lui avrebbe potuto intervenire nel giudizio alla commissione tributaria centrale.

Un calvario che perseguitava Maradona dai primi anni del 2000, con le accuse di evasione fiscale che pesavano sulla tua testa. Lucio Napolitano ha presieduto la Cassazione e ha emanato la sentenza che libera così la leggenda del calcio, che ci ha lasciati prematuramente lo scorso 25 novembre.

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Maradona non è un evasore fiscale: l’esultanza dei legali

Evasione fiscale Maradona
Evasione fiscale Maradona

Il legale di Maradona Angelo Pisani, che ha seguito la vicenda insieme a Sergio Pisani e Angelo Scala, ha esultato dopo la sentenza della Cassazione. Questo il suo commento di orgoglio: “Finalmente Maradona ha ottenuto la giustizia che meritava, anche se non c’è più. Dopo 30 anni si chiude questa pagina, che stabilisce che non era un evasore fiscale. Questa sentenza restituisce dignità a Diego, che magari ora se la starà ridendo dall’alto”.

All’ex numero 10 del Napoli e della nazionale argentina gli atti del fisco non furono mai notificati, contrariamente a quanto sosteneva l’accusa. All’epoca, infatti, non era più in Italia e viene specificato che la sentenza impugnata viene cassata, come si legge su gazzetta.it. Il contenzioso fiscale si stima sui 40 milioni di euro. Ora spetterà alla Commissione regionale della Campania valutare eventuali pendenze non condonabili, nell’interesse degli eredi.