Fabio Capello elogia Guardiola, il messaggio agli allenatori italiani

Fabio Capello elogia Pep Guardiola nel post-partita della semifinale di Champions League Manchester City-PSG

Fabio Capello, l'elogio a Guardiola: "Vi spiego come si è evoluto"
Fabio Capello, l’elogio a Guardiola: “Vi spiego come si è evoluto”

Fabio Capello ha elogiato Pep Guardiola per quanto visto in tutta la stagione, e quanto mostrato dal Manchester City nella doppia semifinale di Champions League contro il PSG. La prima finale nella competizione nella storia del club è il risultato della sua visione, della sua gestione. “Per noi rimarrà un momento indimenticabile” ha detto dopo la partita.

Il suo desiderio, dal punto di vista tattico, è arrivare con tanti giocatori in area. Anche se il Manchester City ha iniziato la semifinale senza un attaccante di ruolo.

“Quando hai una squadra così, fai vedere qualcosa di diverso. Questo Guardiola gioca un calcio più verticale, col portiere” ha detto su Sky Fabio Capello. “Ha tante giocate, ha ampliato il sistema. Il primo gol l’ha segnato praticamente il portiere. E poi fra l’altro sa anche parare. Uno dei difetti di Guardiola di questi anni è stato scegliere un portiere bravo con i piedi, ma che non sapeva parare bene“.

Leggi anche – Manchester City-PSG, Capello boccia Neymar: duro giudizio a Sky Sport

Fabio Capello, Guardiola non è solo tiki-taka

Capello ha sottolineato come Guardiola abbia avuto l’intelligenza di imparare, di allargare le sue soluzioni. “Ha anche inventato di meno” ha spiegato

Secondo Paolo Condò, Guardiola è come uno chef che a seconda del luogo in cui apre il ristorante adatta la sua cucina, utilizzando i prodotti locali. “Allo stesso modo, influenza l’ambiente. Non è un caso che nel suo periodo in Spagna, la Spagna ha vinto quello che ha vinto. Non è un caso se nel suo periodo al Bayern Monaco, la Germania ha vinto il campionato del mondo“.

Capello si è anche rivolto agli allenatori italiani. “La cosa più importante che ha detto Guardiola è che non gioca con calciatori che aspettano il pallone. Ai miei ex colleghi italiani dico: cerchiamo di copiare da lui le cose che funzionano“.