ESCLUSIVA CT, Fjona Cakalli: “A Mediaset sono felice, Pioli uomo da Champions”

ESCLUSIVA CT, Fjona Cakalli – conduttrice di “Panchinari” su Mediaset Infinity – racconta ai nostri microfoni questa esperienza.

La conduttrice a Mediaset
La conduttrice a Mediaset

La Champions League si tinge di rosa, Mediaset torna ad avere il racconto della Coppa dalle Grandi Orecchie in co-esclusiva con Sky e si affida a volti femminili di un certo spessore a fare da padrone di casa: oltre a Monica Bertini, presente anche con Pressing e altri contenitori simili, troviamo Fjona Cakalli.

Giovane, duttile e vogliosa di mettersi in gioco. Approda su Mediaset Infinity e con Francesco Oppini – celebre per la recente partecipazione al GFVip, caposaldo della scorsa edizione – conduce “Panchinari”, il programma che approfondisce e commenta le notti europee con la leggerezza dell’intrattenimento e la puntualità dell’informazione.

Dimostrazione di infotainment sportivo all’altezza degli USA, con l’attaccamento e la passione italiana in grado di far la differenza non solo nel calcio. Fjona, infatti, ha anche numerose qualità e passioni che ha voluto raccontare in esclusiva ai microfoni di CalcioToday.it.

La Champions League torna anche su Mediaset, quanta responsabilità senti nel condurre un programma che affronta un tema così dibattuto e molto seguito anche alla luce dei recenti dibattiti riguardo l’esclusiva delle trasmissioni?

“Il senso di responsabilità è sicuramente enorme ma, prima ancora, arriva una grande felicità. Sono molto orgogliosa di essere stata scelta da Mediaset Infinity, insieme a Francesco Oppini, per tenere compagnia ai telespettatori nei mercoledì sera di Champions tra calcio, interviste e simpatiche gag”.

Tu sei esperta di videogame: pensi che la realtà aumentata applicata al calcio giocato possa aiutare in termini di analisi e studio di tattica? Se sì, come?

“È una tecnologia con molteplici aspetti utili e positivi, come è stato dimostrato già in altri campi. Nel calcio potrebbe essere utile per il recupero dei giocatori infortunati: con queste modalità il calciatore può riprendere confidenza con il gioco senza scendere in campo. E poi viene già utilizzata per lo scouting, permettendo la misurazione delle caratteristiche del calciatore”.

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Copertina programma Mediaset
Copertina programma Mediaset

Il tuo è un modo avanguardista di relazionarti al calcio: si ha sempre l’idea di parlare con un’amica perché riesci ad arrivare in maniera disinvolta al pubblico. Hai qualche riferimento a cui ti ispiri nella conduzione sportiva?

“Grazie, questa cosa mi lusinga davvero tantissimo. Devo ammettere che io sono proprio così: sia sullo schermo sia nella vita di tutti i giorni e sono felice che la mia natura traspaia così chiaramente. Sono una giocherellona (o meglio dire pasticciona!), non mi prendo mai troppo sul serio ma, al tempo stesso, mi piace lavorare intensamente e con passione.

Le mie colleghe sono davvero tutte di alto livello. Apprezzo moltissimo Federica Masolin che è un’amica e che, tra l’altro, ho anche intervistato in una puntata del mio podcast dedicato all’empowerment femminile. È una vera professionista, instancabile, una giramondo e un’appassionata di motori (come me)”.

Il tuo compagno di viaggio arriva dall’esperienza dei reality, tu nasci come imprenditrice digitale, ma se ti venisse offerta la possibilità, saresti pronta a metterti in gioco in prima persona (al di fuori della conduzione) davanti alle telecamere?

“Non mi tiro mai indietro ma credo che i reality non facciano per me, faticherei troppo a stare chiusa sempre nello stesso posto per un tempo prolungato. Sono una persona iper dinamica, ho sempre mille idee e faccio tantissime cose durante le mie giornate. A pensarci bene… forse potrebbe essere un buon modo per riposarmi un po’!”.

Fra le altre cose, sei anche una YouTube Creator: chi usa meglio, secondo te, i video per promuoversi tra i calciatori?

“Li dovrei analizzare uno per uno per poterti rispondere in modo puntuale, però posso dirti che mi piace il modo in cui Claudio Marchisio, con cui ho lavorato per alcuni progetti, usa i suoi social. È molto umano e attento ai temi legati all’attualità e del sociale unendo in maniera egregia la sua quotidianità familiare alla vita professionale”.

Come vedi le italiane in Champions League?

“Sicuramente hanno tutte le carte in regola per dire la loro e fare bene, riportando l’Italia dei club in alto, confermando la grande crescita del calcio italiano negli scenari internazionali, dopo la vittoria della Nazionale agli Europei.

Certo, come ho più volte ripetuto in trasmissione, il Milan è la mia squadra del cuore (“colpa” del mio papà), e dopo sette stagioni fuori dalla Champions diciamo che non è stato fortunatissimo con il sorteggio del girone: sulla carta Atletico Madrid e Liverpool sono squadre dure da battere. Ma questa banda di giovani campioni ha lampi di genio assoluti e quindi sono fiduciosa, dita incrociate!”.

Panchinari è un trampolino di lancio verso qualcosa di più corposo? In tal caso puoi darci qualche anticipazione?

“Punto a crescere passo passo, come dice Jeff Bezos: gradatim, ferociter. Per adesso mi concentro sulla conduzione di questo programma che è anche una bella e interessante sfida per me, in collegamento diretto con il grande pubblico di Mediaset e della Champions League. Ci sono molti progetti nel cassetto (per ora segretissimi) pronti per essere sviluppati, nel frattempo giro come una trottola tra appuntamenti, presentazioni, recensioni di tecnologia e test drive di auto che le case automobilistiche mi fanno provare”.

Tra Pioli, Inzaghi, Allegri e Gasperini, chi sarebbe il “Panchinaro” migliore e perché?

“Dico Pioli per amore di papà milanista, ma se la merita tutta quella panchina. Pioli è l’uomo della rinascita milanista, ha preso una squadra di giovanissimi e ha lavorato con loro non solo sull’aspetto tecnico e tattico, dando ai ragazzi uno schema di gioco chiaro, ma ha agito anche sul fattore mentale, ridando loro fiducia, caricandoli con grinta e riportando il Milan dopo sette anni in Champions League. Cosa gli si può chiedere di più? Non lo diciamo per scaramanzia!”

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Gli eGames saranno presto sport olimpico: cosa ne pensi di questa scelta e perché può giovare al panorama sportivo italiano?

“Parigi 2024 per i Virtual Sport è un ottimo risultato. È un fenomeno in grande ascesa in tutto il mondo, Italia compresa: secondo l’ultimo rapporto sugli esports in Italia di IIDEA, Italian Interactive Digital Entertainment Association, 475.000 persone in Italia dichiarano di seguire un evento esports ogni giorno (avid fan) e il bacino si espande a circa 1.620.000 persone se si considerano anche coloro che dichiarano di seguire un evento esports non ogni giorno, ma più volte durante la settimana (esports fan).

Al gaming competitivo vengono riconosciute qualità che si ripercuotono sui giocatori come la facilitazione dell’apprendimento della lingua inglese, lo sviluppo relazionale e delle capacità di problem solving, capacità di comunicazione interpersonale e di gioco di squadra, la promozione di uno spirito di sana competizione, oltre all’inclusività.

Ho avuto l’onore di condurre, a marzo di quest’anno, la eSerie A TIM | eFootball PES 2021, il primo campionato ufficiale di esport targato Lega Serie A, assicuro che in giochi come questi l’abilità tecnica e la capacità di concentrazione e di visione di gioco sono indispensabili.

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E poi è anche intrattenimento da enormi potenziali. Pensa che su Twitch, i 2020 League of Legends World Championship sono stati l’evento più seguito a livello nazionale, con oltre un milione di ore viste. Numeri incredibili!
E poi lo sai, io sono grande fan dei videogiochi in generale, gioco da quando ho 5 anni e non ho ancora smesso. Non posso quindi che augurare il meglio a questa arte che sempre di più si fonde con il mondo sportivo”.