Patrick Zaki scarcerato, sorride anche il Bologna: le iniziative del club

Patrick Zaki scarcerato, sollievo nella città di Bologna che ha accolto il ragazzo a braccia aperte: anche il club rossoblu dalla sua parte.

Patrick Zaki scarcerato
Lo studente scarcerato (Instagram)

Patrick Zaki scarcerato in maniera provvisoria, l’Italia sorride e con lei tutti i fautori dei diritti umani: lo studente non è assolto dalle accuse ma in attesa dell’udienza di Febbraio può tornare a casa. Una trattativa lunga, 22 mesi di prigionia, per degli approfondimenti ritenuti inopportuni. Patrick voleva e vuole soltanto studiare, approfondire, come dovrebbero poter far tutti.

Da quelle parti non basta, anzi è sufficiente per essere condannato e bollato riguardo a certi temi: sovversivo, così è stato definito. Mesi che sono sembrati anni a cui ora dare un contesto è sempre più difficile: tira un sospiro di sollievo la città di Bologna, ma anche il Bologna FC. La squadra rossoblu si allinea alla condotta e supporta il ragazzo in ogni modo: post, commenti e iniziative per gridare ancora e più forte: “Libertà per Patrick Zaki”.

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Patrick Zaki fuori dal carcere: esulta anche il Bologna

Il Bologna sostiene Patrick Zaki
Il Bologna sostiene Patrick Zaki (Instagram)

Le magliette celebrative prima di entrare in campo, quelle parole scandite a gran voce da Sinisa Mihajlovic: il serbo ha ricevuto la cittadinanza onoraria proprio come il ragazzo. Ragioni diverse ma stesso intento, Bologna non vuole lasciare indietro nessuno. Quando c’è da schierarsi la comunità fa sentire la propria voce: tutti tifosi per uno Scudetto – quello dei diritti – per cui vale sempre la pena lottare.

Anche quando si ha l’impressione di non farcela, ma è proprio lì che inizia la volata finale. Il big match di Natale è vinto, si può considerare campione d’inverno. Ora serve l’ultimo atto: il tassello a Febbraio che potrebbe consentire il triplice fischio su una vicenda che ha coinvolto davvero chiunque, perchè – specialmente adesso – per chi si gira dall’altra parte non ci saranno altre occasioni. Quando in gioco c’è la vita umana, non si può chiamare il VAR.