Simone Inzaghi, come nascono i successi all’Inter: il soprannome spiega tutto

Il particolare soprannome che Simone Inzaghi si era guadagnato già da calciatore alla Lazio racconta bene il fattore chiave dei suoi successi da allenatore

Simone Inzaghi, come nascono i successi all'Inter: il soprannome spiega tutto
Simone Inzaghi, come nascono i successi all’Inter: il soprannome spiega tutto (Lapresse)

L’Inter ha chiuso l’anno solare 2021 con la settima vittoria consecutiva e il titolo di campione d’inverno. All’orizzonte l’anno prossimo c’è la ripresa della campagna in Champions League contro il Liverpool.

Da allenatore, era la prima squadra che avrei voluto evitare” ha detto alla Gazzetta dello Sport. Una sfida di tale prestigio è la dimostrazione della bontà del suo percorso da allenatore iniziato nel 2009 nelle giovanili della Lazio. In prima squadra ha debuttato al posto di Stefano Pioli il 10 aprile 2016 in Palermo-Lazio 0-3.

Resterà in biancoceleste fino all’estate del 2021, diventando l’allenatore con più panchine nella storia della Lazio: 203, superato anche il record di Dino Zoff. Da quest’anno, è cominciata la sua esperienza alla guida dell’Inter.

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La storia del soprannome di Simone Inzaghi

La storia del soprannome di Simone Inzaghi
La storia del soprannome di Simone Inzaghi (Lapresse)

I soprannomi non gli sono mai mancati. A partite da “Inzaghino” che in qualche modo marcava una differenza dal punto di vista realizzativo, quando era giocatore, rispetto al fratello “Super Pippo”.

Da allenatore, i tifosi avversari hanno coniato il poco lusinghiero “Spiazel One” puntando il dito sul tono di tante sue dichiarazioni dopo le partite.

Ma Simone Inzaghi se ne porta dietro soprattutto un altro di soprannome. Questa etichetta spiega perché oggi sia l’allenatore campione d’inverno, e come sia riuscito a tenere l’Inter in vetta alla classifica anche dopo un’estate iniziata secondo presupposti apparentemente non così lusinghieri.

L’aveva raccontato, tra gli altri, Stefano Fiore in un’intervista a Sky del 2017. Il centrocampista, che ha consdiviso un lungo pezzo di strada con Simone Inzaghi alla Lazio, lo conosce meglio di molti altri.

“Simone è sempre stato attento e competente – ha detto -, si interessava a quanto accadeva nelle squadre rivali. Sapeva tutto di tutti i giocatori. Per questo lo chiamavamo Almanacco”.