Fair Play Finanziario, scatta l’allarme: che rischi per i club italiani

Fair Play Finanziario, scatta l’allarme: che rischi per i club italiani. Con le nuove norme per il contenimento delle spese annunciate dall’UEFA le big di Serie A potrebbero incorrere in pesanti sanzioni

Dopo un decennio abbondante, il vecchio Fair Play Finanziario è andato definitivamente in soffitta. Il sistema di controllo sui bilanci delle società introdotto nel 2010 da Michel Platini, all’epoca presidente dell’UEFA, è stato accantonato una volta per tutte. E al suo posto, frutto di un attento e approfondito lavoro della commissione finanziaria, il massimo organismo del calcio europeo ha introdotto un pacchetto di nuove norme che il presidente Alexander Ceferin ha annunciato ufficialmente giovedì scorso.

Ceferin
Alexander Ceferin presidente dell’UEFA (Ansa)

Il fulcro della nuova versione riveduta e corretta del FFP è l’obbligo, da parte dei club, di non poter spendere oltre il 70% del proprio fatturato per cartellini dei giocatori, ingaggi e commissioni elargite agli agenti. Il sistema entrerà a regime con un processo graduale solo nell’estate del 2025, ma fin ad oggi le società dovranno lavorare per rimettere i conti in ordine. Del resto, anche a causa della pandemia, i bilanci di quasi tutti i più importanti club europei appaiono in grande sofferenza: le perdite di ricavi causate dalle pesanti restrizioni anti-Covid hanno creato vere e proprie voragini alla voce ‘entrate’. E anche di questo la UEFA ha tenuto ovviamente conto.

Fair Play Finanziario, i club italiani con le spalle al muro

Uefa
Il presidente dell’UEFA (Ansa)

Più di tutte però, sono le società italiane a rischiare penalizzazioni future o sanzioni per il mancato rispetto dei nuovi parametri. Come ampiamente sottolineato dall’ex direttore del Guerin Sportivo, il giornalista Matteo Marani: “In attesa di vedere gli effetti finali che produrrà, dal momento che solo fra tre anni e mezzo sarà a pieno regime, possiamo abbozzare alcune considerazioni. La prima e più importante delle quali è che i nostri club più importanti avranno grossi problemi”.

In vent’anni di tempo – chiarisce Marani -, mentre all’estero si costruivano club solidi, investendo in stadi e in dirigenti capaci, i nostri presidenti hanno mancato nell’aumentare i ricavi e nell’abbattere le spese. Il nuovo sistema UEFA rischia così di essere il famoso regolamento di conti finale. Oltretutto, a differenza del FFP di Platini, il meccanismo prevede sanzioni molto più dure”. Juventus, Inter, Milan and company sono avvertite.