Dybala, effetto Vlahovic: cosa accomuna i due campioni

Dybala, effetto Vlahovic: i due sembrano essere agli antipodi, ma c’è un aspetto che li accomuna particolarmente. Di che si tratta.

Paulo Dybala come Vlahovic: guai a dirlo ad alta voce. I tifosi juventini potrebbero aver qualcosa da obiettare, ma la realtà dei fatti è che l’argentino e il serbo hanno in comune più di quanto vogliano far credere. Intanto indossano – per il momento – la stessa maglia, ma il punto non è questo: si tratta di ciò che quella maglia comporta.

Dybala Vlahovic
Dybala, il tratto in comune con l’attaccante serbo (LaPresse)

L’attaccante di Belgrado per indossarla ha fatto carte false: nel senso che ha messo in condizione la Fiorentina di cedere alle lusinghe della Vecchia Signora. Prima il mancato rinnovo, poi l’accelerata nei tempi di trattativa per evitare di perderlo a zero. Strategia. Esattamente quella che sta usando anche Dybala: l’argentino non rinnova con i bianconeri. Andrà via a fine stagione. Dove ancora non è dato sapere.

Dybala e Vlahovic, sedotti e abbandonati: il tratto comune dei campioni

Vlahovic Dybala
Vlahovic e la Joya, simili nella loro unicità (LaPresse)

Quel che è certo è che i tifosi bianconeri hanno già deciso: Dybala non fa più parte della squadra già da ora. Quando gioca è un fantasma, non lo degnano di un applauso o considerazione. In Rete è un attacco costante: “Il giocatore è perfettamente in linea con la società – si legge – già assente”. Questo è uno dei tweet più sobri. La Joya è divenuta un dolore, con estremo dispiacere dei pochi che ancora – in bianconero – sperano in un epilogo diverso, ma la curva lo ha già scaricato.

Successe lo stesso proprio a Dusan Vlahovic: ora al centro della Juventus, ma prima era un perno della Fiorentina. Quando lasciò Firenze a Gennaio, seguirono insulti e reazioni spesso di cattivo gusto. Nessuno voleva lasciar partire l’attaccante: ora i viola hanno cambiato pelle, ma il tratto morale è rimasto. I bianconeri – anche se agli antipodi – ora possono provare a capire. Niente è più come prima, in campo e fuori. Dybala sempre più estraneo, come un Vlahovic qualsiasi a Firenze. Paese che vai, affetto che trovi.