Serie A, cambia tutto. Rivoluzione sponsor dal prossimo anno: le novità allarmano i club. Cosa succede in campionato.
Serie A, questione di feeling. Quello che devono ritrovare i media partner con la competizione: la questione tiene banco, ma la diatriba non coinvolge soltanto i diritti tv bensì tutto un indotto che ha bisogno di certezze. Le acque in cui navigano gli interpreti coinvolti sono tutt’altro che tranquille.
Il prossimo campionato deve avere una soluzione diversa perchè, con le televisioni a singhiozzo e la congiuntura economica, i tifosi scelgono altro. Ovvero lo stadio. Sempre più pieni, infatti, sono gli impianti (anche grazie al ripristino della capienza integrale): dall’Olimpico di Roma a San Siro, la gente torna allo stadio, ma le pubblicità sono meno del previsto poiché la “frequenza di rimbalzo” è ridotta.
L’uso delle televisioni è sempre più calibrato. Tendenza in negativo che premia soltanto i programmi di approfondimento del pallone. Serve una sferzata affinché il pubblico torni a vedere le partite in tv con l’assiduità di un tempo. Nell’attesa di trovare una quadra, i brand si adeguano e non inseguono più le emittenti – che poi spartiscono la torta con le squadre – ma gli stessi club.
L’introduzione dei retro-sponsor (fino a qualche anno fa una rarità in Italia) sta prendendo sempre più piede. Questo perchè allo stadio c’è più gente: la maggiore capienza fa sì che il pubblico si concentri (anche) sul merchandising e gli sponsor crescono in termini di fidelizzazione.
Prima bastava vedere una maglietta (o un mini-spot) in tivù. Ora non basta più. I calciatori sono “bacheche” ideali dove affiggere i propri annunci: detta così suona male, però quel che conta è il risultato. Un marchio su un calciatore che corre tira di più, visto che gli stadi sono pieni e le televisioni (quasi) spente.
Diciamo meno accese. Ecco perchè – dal prossimo anno – potremmo vedere ancora più sponsor sulle divise. Qualcuno ha già svelato nuovi modelli (come la Juve e il Milan) per provare a catturare una maggiore fetta di pubblico. Altri attendono il momento propizio. La Serie A diventa una passerella, compito che prima spettava esclusivamente alle emittenti: lo switch off del cambiamento rischia di stravolgere gli equilibri del campionato. Capire su quale canale sintonizzarsi diventa fondamentale, in tutti i sensi.
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