Napoli, che flop! Un male che dura da tre anni: di chi la colpa

Napoli sempre con il braccino da tennista. Nel momento clou della stagione, commette sempre gli stessi errori, vanificando tutto quello fatto di buono in precedenza. 

Ogni anno è sempre la stessa storia. Forse, il ciclo del Napoli post Sarri andrebbe descritto così: “Tenta di gareggiar con i migliori ma non ha la forza”. Una pensiero che racchiuderebbe tutte le debolezze di una società e di una squadra, incapace di reggere il colpo quando il gioco si fa duro.

Napoli
Napoli (La Presse)

Ebbene sì, dietro all’ennesimo fallimento sportivo di questo gruppo, non ci può essere solo il tecnico di turno ma anche la società. Una serie di errori che si ripetono ormai da tre anni e a cui non si riesce a porre un freno. Un qualcosa di indecente e assurdo sotto tutti i punti di vista.

Napoli, di chi è la colpa

Napoli
Spalletti (La Presse)

Mettendo per un attimo da parte la questione relativa all’ipotetica lotta scudetto (Regini e Mascara docent), ci si dovrebbe soffermare su altre questioni per spiegare come mai, nel momento più importante della squadra, questa squadra si sciolga come neve al sole.

Dopo Sarri, il Napoli ha avuto tre allenatori: Ancelotti, Gattuso e Spalletti. Con questi, sono emersi sempre gli stessi problemi, trasformando la squadra azzurra in una proprietà commutativa: pur cambiando l’allenatore, i risultati non cambiano. In effetti, con tre tecnici diversi, le difficoltà non sono mai svanite.

Con Ancelotti, si è giunti un anno secondo e l’anno successivo si è registrato un ammutinamento con conseguenziale avvicendamento in panchina. Una stagione terminata al 7° posto con Gattuso e non fallimentare grazie alla vittoria della Coppia Italia. L’anno successivo, nonostante gli acquisti fatti (Lobotka, Demme, Osimhen, Politano), il Napoli ha riscontrato le medesime difficoltà, fallendo nell’ultima partita contro il Verona l’accesso alla Champions League.

Mancanza di carattere, calo fisico, troppa pressione, sfortuna: queste furono solo quattro delle scuse che vennero utilizzate per spiegare l’ennesimo fallimento sportivo. Con l’arrivo di Spalletti, ci si sarebbe aspettato un qualcosa di diverso. In effetti, con l’arrivo di uno staff tecnico di qualità e con quello medico ulteriormente migliorato, ci si aspettava qualcosa in più.

I meriti dell’ex Roma e Inter sono visibili a tutti: ha dato un gioco ad un gruppo, lo ha riunito e gli ha permesso di lottare fino a sette giornate dalla fine del campionato per lo scudetto. In quest’ultimo periodo sono emersi però sempre gli stessi problemi: i giocatori più importanti sempre fuori forma, gestione della pressione sbagliata e un dualismo con la società inaccettabile.

Insomma, i soliti giochini che, da tre anni a questa parte, non consentono al popolo partenopeo di godersi fino alla fine i successi del loro amato Napoli. Le colpe stanno da entrambe le parti, società e tecnico, ed è forse giunto il momento di sedersi a tavolino e di interrogarsi realmente su cosa si voglia fare in futuro.