Mino Raiola smentisce la sua morte: “E’ la seconda volta in quattro mesi…”

E’ morto Mino Raiola, il noto procuratore sportivo è deceduto in queste ore a 54 anni: tutti i dettagli sulle cause del tragico ed improvviso decesso 

La notizia ha scosso il mondo del calcio e dell’informazione. Mino Raiola, a 54 anni, è morto. Così hanno scritto giornali e agenzie di stampa. In pochi minuti, però, è rimbalzato un altro tam tam. Raiola sta male, è grave, ma morto non lo è ancora.

Mino Raiola morto
Mino Raiola, ex procuratore (LaPresse)

Raiola era stato ricoverato d’urgenza a gennaio all’ospedale San Raffaele di Milano, ma il suo entourage aveva smentito con un comunicato.

“Controlli medici ordinari con anestesia”, era emerso dagli uomini vicini al procuratore. Uomini come il suo braccio destro Jose Fortes Rodrigues che ha smentito la notizia della morte ai media olandesi. “E’ in una brutta situazione ma non è ancora morto” ha detto.

Anche Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele dove Raiola si era operato a gennaio per problemi polmonari, ha smentito. “Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo” ha dichiarato.

La storia di Mino Raiola

Mino Raiola morto
Mino Raiola, ex agente (Ansa)

E’ lo stesso Mino Raiola a smentire definitivamente le preoccupazioni con un messaggio su Twitter. “Mi hanno già ucciso per due volte in quattro mesi. Sembro anche capace di risuscitare” ha scritto.

Mino Raiola, 54 anni, è il procuratore di alcuni dei più grandi calciatori al mondo, come Zlatan Ibrahimovic, Erling Haaland, Donnarumma e Paul Pogba.

Nato a Nocera Inferiore, in Campania, nel novembre del 1967, si trasferì in Olanda con la famiglia da neonato. Il padre si dedicò alla ristorazione e Mino decise di aiutarlo, facendo il cameriere. Ebbe così l’occasione di imparare ben 7 lingue.

Venne soprannominato “il pizzaiolo”, nonostante abbia dichiarato di non aver mai preparato una pizza. La sua passione per il calcio lo portò a diventare il responsabile del settore giovanile dell’Haarlem a soli 20 anni, per poi ricoprire il ruolo di direttore sportivo dello stesso club.

Da quel giorno la sua fama è cresciuta a dismisura, fino ad arrivare ai già citati super top player di tutto il mondo. A gennaio era stato ricoverato per seri problemi di salute.