Antonio Cabrini, la rivelazione che non ti aspetti: tifosi sconvolti

Antonio Cabrini, la rivelazione che non ti aspetti: tifosi sconvolti. L’ex terzino della Juventus e campione del mondo con la Nazionale fa una confessione destinata a scatenare polemiche

E’ stato uno dei maggiori protagonisti di un’epoca indimenticabile nella storia del calcio italiano. Antonio Cabrini ha fatto parte della generazione di giocatori che ha fatto sognare tutti i tifosi italiani grazie alla meravigliosa ed epica conquista dei campionati del mondo di Spagna 1982.

Tra i più grandi terzini mancini di sempre, Cabrini ha formato insieme a compagni di reparto come Zoff, Gentile e Scirea la leggendaria difesa che ha trascinato l’Italia e la Juventus a una serie di successi memorabili.

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Antonio Cabrini (LaPresse)

Nato a Cremona 64 anni fa, Cabrini è crescouto nel florido vivaio grigiorosso prima di approdare alla corte della Vecchia Signora nell’estate del 1976: in bianconero ha disputato ben 13 stagioni, prima di trasferirsi al Bologna dove ha chiuso la sua esltante carriera.

Oggi il ‘bell’Antonio’, com’era soprannominato soprattutto per il fascino che esercitava sul pubblico femminile, intervenendo ad una manifestazione sulle differenze di genere, ha rilasciato alcune dichiarazioni destinate a suscitare polemiche: “L’omosessualità nel mondo del calcio maschile è ancora un tabù. L’ignoranza dei tifosi, delle persone che sono sempre pronte a cercare qualcosa per denigrare un calciatore”.

Antonio Cabrini: “Ho avuto compagni omosessuali”

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Antonio Cabrini (LaPresse)

Cabrini si scaglia contro un ambiente rimasto molto arretrato dal punto di vista culturale e sociale: “Non si è ancora recepito questo messaggio, i tifosi non riescono ancora ad arrivare ad un messaggio inclusivo che in altri sport è già arrivato”. L’ex terzino della Juventus poi rivela: “Ho avuto dei compagni di squadra che erano omosessuali. L’ho capito, non me l’avevano detto. All’interno dello spogliatoio non c’erano problemi, ma fuori ce ne sarebbero stati”.

I problemi riguardano soprattutto le difficoltà a farsi accettare dal pubblico e in parte dagli stessi colleghi: “Fare coming out per un calciatore comporterebbe grandi problematiche, non personali, ma di rapporti con il pubblico e gli sponsor. Ci vorrà ancora qualche anno prima di superare il problema, che colpisce tantissimi calciatori”.

Chissà se in futuro, come auspicato da Cabrini, l’intero sistema calcio riuscirà ad accettare il fatto che l’omosessualità non può costituire un motivo di imbarazzo o, peggio ancora, di discriminazione.