Da Sir Alex a Rangnick, un declino senza precedenti per lo United

Da squadra di grandissimo successo nazionale e internazionale a quasi zimbello della Premier. Un tracollo tutto americano

Una debacle senza precedenti. Prendere quattro ceffoni e dare la sensazione di essere impotente e non poter fare nulla. E’ così che si sente quella parte di Manchester che da sempre in città cammina a testa alta, sicura di avere la squadra e il club migliore. Da qualche anno però la tendenza è cambiata, e in modo radicale, col City che è la vera squadra d’elite e padrona della città. Un po’ per l’avvento degli sceicchi arabi, un po’ per la disastrosa strada intrapresa dal duo americano che tiene la proprietà dello United.

I tifosi non sanno più che fare. L’ultima e umiliante sconfitta per 4-0 col Brighton ha fatto disperare tutti, tanto che l’attuale allenatore Rangnick si è cosparso il capo di cenere chiedendo scusa ai tifosi. Una batosta che rimarrà scolpita negli annali. Non che lo United non avesse perso male nella sua storia recente, ma così senza lottare e senza dare la sensazione di poter entrare in partita, non è mai successo.

Lo strappo
Il tecnico dello United Rangnick e il calciatore Cristiano Ronaldo (foto Ansa)

Il declino di un grande club, dopo Sir Alex il vuoto

Una discesa inesorabile. Lenta ma decisa. Dal 2013 ad oggi lo United, esclusa la breve parentesi vincente della prima annata di Josè Mourinho ultimo tecnico a vincere trofei, stagione 2016/2017, con Coppa di Lega, Community Shield ed Europa League portate a casa, oltre ad una FA Cup vinta con van Gaal l’anno prima dell’arrivo dello Special One, il Manchester United non è mai stato davvero competitivo per il titolo, per non parlare della sua dimensione internazionale, con molte più Europa League che Champions.

Gli allenatori scelti dopo il Mito di Sir Alex Ferguson non sono stati felici, ma sarebbe riduttivo addossare le principali colpe del lungo e quasi decennale periodo negativo di casa United alla scelta di tecnici non all’altezza. O meglio non c’è solo questo, ma anche e soprattutto una gestione scellerata dal punto di vista economico nella scelta di giocatori da crescere e top-player su cui poggiare le fondamenta di un progetto.

La rivolta
Un momento della rivolta dei tifosi del Manchester United contro la proprietà americana (foto Ansa)

A partire da David Moyes, proveniente dall’Everton e scozzese come il grande Sir Alex, consigliato proprio da quest’ultimo, il primo a raccogliere la pesante eredità non si è dimostrato all’altezza e poco adatto al difficile compito. Con van Gaal e Mourinho un po’ meglio, soprattutto col portoghese che almeno qualche trofeo l’ha vinto, ma non si sono mai raggiunti picchi come quello di lottare per il titolo. Malgrado le ingenti campagne acquisti nel quadriennio con circa 500 milioni di euro spesi per acquistare top player o presunti tali.

La responsabilità di Woodward e della famiglia Glazer

Dopo il disastro arriviamo al norvegese nonché ex leggenda dello United Ole Gunnar Solskjaer, scelto dalla proprietà (e sempre da Ferguson) nel dicembre 2018, dopo l’esonero dello Special One, ormai ai ferri corti sia con la proprietà che con alcuni giocatori della rosa (su tutti Paul Pogba) e in caduta libera a livello di risultati.

I Glazer lo scelgono come traghettatore fino a fine stagione, ma i risultati sorprendentemente positivi nel girone di ritorno, che comunque non bastano a salvare l’annata, conclusa al sesto posto, spingono i proprietari americani a confermare l’ex “Baby-faced Assassin” anche per le stagioni successive. Erano sicuri di aver trovato un nuovo Guardiola, ma poi i risultati sono stati sempre gli stessi.

Cosa fare adesso? Basta ten Hag?

Ten Hag
Ten Hag, tecnico dell’Ajax (AP LaPresse)

Dopo l’ennesima disfatta con Solskjaer, è stata la volta di Rangnick, ma anche il guru del Lipsia non è riuscito nel miracolo ed ha fallito, forse, ancora di più rispetto agli altri. Ma il vero problema di questi anni sono state le scelte della famiglia Glazer, proprietari dal 2005 e che non hanno mai avuto buoni rapportio con la tifoseria, sui soldi spesi per prndere giocatori. Sono tanti ma Harry Maguire 80 milioni per prelevarlo dal Leicester, Wan-Bissaka 55 milioni spesi, per non parlare dei 60 per il brasiliano Fred-

Ce ne sono davvero tanti, con spese miliardarie che non hanno portato a nulla. Ora ci sarà un nuovo tecnico, giovane e brillante come Erik ten Hag che all’Ajax ha fatto un lavoro eccelso, ma è altrettanto vero che ci vorrebbe una rivoluzione totale, ovvero fare come fece Alex Ferguson e puntare sui giovani, ma non dovrà essere una cosa di adesso, ma programmata nel tempo proprio come fece anni fa il Re di Manchester. Ci sarà la voglia o si continuerà a spendere e spandere senza logica?