Roma, Mourinho va all’Università e dà lezione di mercato a Friedkin…

Il tecnico portoghese parla davanti ad alcuni studenti di Lisbona, due ore di corso da parte dello Special One che lancia frecciatine al club giallorosso

Andare all’Università e trovarsi José Mourinho che conduce una lezione non è proprio una cosa che si vede tutti i giorni. L’aula di Lisbona era stracolma, con ragazzi che erano accavallati l’uno sull’altro, scrive il “Tribuna Expresso“, l’unico media portoghese ammesso in aula e quindi l’unico a riportare le parole dello Special One.

Parla l’allenatore delle sue esperienze, da quelle avute in Inghilterra agli inizi in Portogallo e a quelle in Italia. Non è diretto e non va proprio nello specifico, eccezion fatta per il Tottenham e l’Inter, ma col suo modo di parlare fa capire bene qual è la sua filosofia nell’era moderna e quindi il passaggio alla Roma dei Friedkin è abbastanza facile.

Il passaggio sul futuro e sul mercato va dritto al cuore dei tifosi ma anche della proprietà, mai nominata, ma sempre presente nella testa di Mou: “Quando sei in un club che non ha limiti di budget e puoi comprare chi vuoi, puoi mantenere uno stesso schema perché hai i migliori giocatori e la migliore panchina, che ti permette di giocare sempre con la stessa qualità e gli stessi principi“.

Mourinho
Josè Mourinho (LaPresse)

“Se non hai limiti di budget ti devi adattare…”

Il passaggio sul mercato e sul modo di “aggredirlo”, almeno per come volrrebbe lui, fa capire diverse cose: “Se non sei in un club che non ha limiti di budget, secondo me è impossibile fare ragionamenti del genere. Devi adattarti ogni giorno. Nel nostro caso, quando un giorno si cambiano quattro o cinque giocatori fondamentali, cambia tutto. Non si lavora con i calciatori, ma con uomini che giocano a calcio. Quindi l’empatia è fondamentale”.

Sul rapporto con i giocatori forti e quelli meno, Mou, ovviamente, sa bene qual è la differenza, ma punta sempre su un aspetto: “Senza empatia non c’è felicità, soprattutto quando non si hanno giocatori incredibili. Il rapporto umano è, e sarà sempre, fondamentale. Se sei in un club normale, non essere ossessionato dalla tattica e dalla metodologia, ma si lavora sull’empatia”.

“All’inizio della carriera ero più egoista, ora penso alla felicità degli altri”

Mourinho Roma
José Mourinho, l’incredibile scenario a fine stagione (LaPresse)

Prima di salutare i ragazzi e dopo aver comunque dato qualche stoccatina volontaria o meno alla società, José Mourinho saluta alla sua maniera, dispensando perle di saggezza, di uno che, evidentemente, è cresciuto non solo come allenatore ma anche e soprattutto come uomo.

“Quando si invecchia – chiude lo Special One -, si dà più importanza al processo, a quello che si è passato prima e a quello che è successo dopo. All’inizio ero più egoista, ora penso più alla felicità degli altri. Come allenatore, mi sento più umano. A volte le persone pensano che essere più umani sia un male nel calcio, ma non lo è.