Italia, prendi esempio dalla Liga: il salary cap salverà il calcio

Serie A e Liga hanno molte cose in comune ma non sicuramente il salary cap. Una soluzione che consente ai club di ridurre gli ingaggi.

L’avvento della pandemia ha recato molti più danni di quanto si possa pensare. Se esuliamo almeno per il momento la questione sanità, vediamo che un altro ambito, quello dell’economia, ha subito un ingente numero di danni, a discapito proprio di aziende e famiglie.

Serie A
Stadio Maradona (La Presse)

Il settore del calcio non è stato da meno. Il Covid-19 ha fatto sì che i ricavi annuali diminuissero di quasi il 30%, mettendo quasi in ginocchio molte società. Parallelamente, complici anche i contratti quinquennali di molti calciatori, i costi di gestione sono stati ridotti soltanto dell’1% nell’arco di due anni. Un risultato minimo, che continua a condizionare le mosse delle società e anche il calciomercato.

Serie A, Liga e il salary cap

Serie A
Laporta (Ansa)

Peccato che, a distanza di un anno, l’unica Lega che ha capito come affrontare la questione sia stata quella spagnola. Ebbene sì, con l’imposizione del salary cap, molti club hanno dovuto trovare delle soluzione alternative per rientrare in quei parametri per evitare il rischio di non partecipare al campionato.

Un esempio chiaro è il Barcellona del presidente Laporta. Privatosi di Messi per la questione sopra citata, il club catalano ha attuato una politica di riduzione degli ingaggi dei giocatori più importanti. Il tutto è iniziato con Pique e adesso è toccato a Sergi Roberto. Due nomi, che dimostrano come, dimezzandosi lo stipendio, abbiano consentito alla società di rispettare quei paletti imposti dalla Liga.

Una soluzione eccellente, che consente a tutto il calcio spagnolo di fronteggiare al meglio il calo dei ricavi annuali, in attesa di trovare delle soluzioni alternative per ritornare a valorizzare il brand e aumentare di nuovo i propri guadagni. A tutto questo, dovrebbe pensare soprattutto la Serie A che, in un momento di crisi, continua a trovare le solite soluzioni alla “poi pagherò” invece di invertire la rotta.

Basti pensare a calciatori come Dybala, Insigne o Mertens: tre grandi campioni che hanno deciso di non voler rinunciare ai propri ingaggi, puntando così ad andare via a parametro zero. E’ vero, per il belga è tutto ancora da vedere ma perché non fare un gesto come Pique se si ama realmente Napoli?

Una domanda a cui solo Mertens può rispondere. Intanto, questo braccio di ferro tra società e giocatori, mette a serio rischio i guadagni dei primi perdendo magari i secondi a parametro zero. Un rischio troppo elevato, che i club dovrebbero evitare prendendo esempio dalla Spagna. Una soluzione, quella della salary cap, che potrebbe risultare pericolosa all’inizio ma molto fruttuosa nel lungo periodo.