Macron “chiama” Zidane: che succede quando calcio e politica s’incontrano

Macron prova a convincere Zidane. L’ex Real Madrid fra i principali candidati per la panchina del PSG: l’endorsement del politico.

Il PSG potrebbe cambiare allenatore: Pochettino non ha dato le garanzie sperate. O meglio: dopo il tracollo Champions e un mercato faraonico, forse, la proprietà ha deciso che fosse giunto il momento di dare un segnale. La rivoluzione parte dalla panchina e il tecnico sembra essere il primo elemento di rinnovo. Le attenzioni si spostano inevitabilmente su Zinedine Zidane, l’ex Real è sparito dai radar: dopo l’esonero alla Casada Blanca, si è preso del tempo per ritrovare sé stesso.

Macron Zidane
Macron strizza l’occhio a Zidane verso il PSG (ANSA)

Intercettato qualche volta allo stadio per vedere sia i Blancos che i francesi: proprio a Parco dei Principi è venuta l’idea, perchè non lui? Deve averlo pensato il Patron dei francesi. Allora l’operazione è partita: una vera e propria opera di convincimento che si basa (anche) sul patriottismo dell’ex Juventus. È molto attaccato alla Francia, anche nello sport, per questo – quando si toccano certe corde – è impossibile resistere.

Macron strizza l’occhio al PSG: dopo Mbappè, Zidane

Zidane
L’ex Real Madrid vicino ai francesi (ANSA)

L’ex Merengues, tuttavia, prende tempo: ci sono diversi aspetti da vagliare. Non ultimo quello dell’ingaggio, che ancora tiene banco, una situazione – per intenderci – simile a quella di Kylian Mbappè. Uno stallo economico risolto in extremis con il francese che stava per fare la scelta contraria a quella dell’ex collega: dalla Francia a Madrid, ma questa è un’altra storia. Zidane è stato allontanato dopo un ciclo, tutto sommato, vincente che aveva esaurito stimoli e prospettiva. Ora le cose sono cambiate: come è successo per Mbappè, un fattore determinante ha fatto la differenza.

Quel fattore si chiama Emmanuel Macron: il Presidente francese, infatti, sarebbe colui che avrebbe convinto Mbappè a sposare ancora la causa parigina. Nessuno regala niente, infatti l’asso del PSG non si è accontentato delle parole, ma è ovvio che determinati endorsement fanno piacere. Quantomeno inducono a pensare che sia il momento di prendersi qualche istante in più per riflettere: lo stesso sta facendo Zidane.

Il paragone con Berlusconi

Berlusconi Ancelotti
Berlusconi con Ancelotti al Milan (ANSA)

Soprattutto dopo che Macron ha pubblicamente detto: “Vorrei che torni ad allenare, è uno spot perfetto per la Francia”. Il calcio come spot, tutto cibo per eventuali detrattori. Lo stesso successe a Berlusconi – ex Premier della Repubblica Italiana – quando nel 2008 portò Ronaldinho al Milan: l’ex Patron rossonero all’epoca era anche il leader di Forza Italia (ex PDL, carica che ricopre ancora oggi) e molti – specialmente fra gli antagonisti politici – pensarono che quella, fra le altre cose, fu una mossa di propaganda per aumentare anche i consensi elettorali.

Macron non è proprietario di una squadra di calcio, ma tutti questi “abboccamenti” verso Parigi predispongono allo scontro dialettico Le Pen e compagni. Calcio e politica, due rette parallele destinate a non incontrarsi (quasi) mai. Quando succede, le incognite si fanno spazio più delle certezze.