Nations League, Grecia-Kosovo: partita sospesa, invasione e razzi: che caos

Doveva essere una gara nornale ma lo è stata fino a un certo punto, almeno fino a quando gli ultrà grecia non hanno iniziato gli attacchi

Una partita, un inferno. Grecia e Kosovo si affrontano in una gara di Nations League, ma quanto avviene al settantesimo cambia tutto o quasi. Pensare che era cominciata e andata nel migliore dei modi, nonostante la rivalità accesa tra le tifoserie (ci sono questioni vecchie di anni legate anche alla politica), ma poi è bastata una scintilla e tutto è cambiato.

Il gol di Giakoumaukis al 71/esimo ha scatenato gli ultrà greci che alla rete sono entrati in campo insultando e tirando di tutto contro i tifosi ospiti e da lì è successo ogni cosa, con l’arbitro che, su pressioni dei giocatori in campo, alla fine è stato costretto a sospendere la gara per diversi minuti.

Dobbiamo fermare questa partita, basta non si può andare avanti in questo modo, fai qualcosa…“, continuava a urlare l’attaccante del Maiorca e di proprietà della Lazio, Vedat Muriqi. Una condizione caotica e grottesca. Un episodio senza precedenti, con i giocatori turbati e senza voglia di continuare a giocare. Nel frattempo i tifosi greci facevano quello che gli era più comodo e facile, ovvero insultare gli avversari e tirare contro tutto.

L'attaccante
L’attaccante del Kosovo Vedat Muriqi (foto Ansa)

Polverone dal nulla

La sensazione è che alcuni ultrà non aspettassero altro. La partita è stata interrotta per alcuni minuti, anche a causa di cori e attacchi  dei tifosi greci contro quelli del Kosovo, soprattutto quando alcuni di loro, circa una ventina o forse più, sono entrati in campo, al momento della realizzazione del gol della Grecia. Si è temuto il peggio con gli ultrà che sono entrati sul terreno di gioco, costringendo il direttore di gara a fermare l’incontro.

La rabbia
L’attaccante del Kosovo Vedat Muriqi mentre protesta con l’arbitro (twitter ufficiale Kosovo)

Il problema principale sono stati i razzi lanciati nella curva dei tifosi del Kosovo. E si è creato un enorme pericolo perché alcuni posti dello stadio hanno preso fuoco e si è temuto per l’incolumità delle persone che hanno cominciato a scappare in ogni direzione. Tutto in pochi minuti, anche se allo stesso tempo in pochi istanti, tutto si è normalizzato.

Per questo tanti giocatori e l’intero staff tecnico si sono irritati per quanto è successo, durante la partita ma anche dopo negli spogliatoi con Muriqi il più attivo a recriminare. “Questo è calcio, non guerra. Se dobbiamo fermare questa partita, dobbiamo fermare questa partita di m..er.”,  si sentono nitidamente le parole di Muriqi, che cercava anche di tutelare i suoi tifosi presi quasi d’assalto dagli ultrà greci