Mondiali e Serie A, fischiano le donne. Veronica Martinelli: “Per noi è un passo epocale”

Il Mondiale, la Serie A e il sogno di Veronica Martinelli. Dopo la decisione di Pierluigi Collina, pronto a convocare tre arbitri donna e altrettante assistenti per la Coppa del Mondo in Qatar, anche il nostro movimento si appresta ad includere nella lista dei direttori di gara per il prossimo torneo 22/23 Maria Sole Ferrieri Caputi. Di fronte a questa svolta storica del football italiano, Calcio Today ha intervistato l’assistente arbitrale Internazionale, della Sezione di Seregno, in forza alla Commissione Arbitri Nazionale Serie C. 

Veronica Martinelli
Veronica Martinelli (LaPresse)

Veronica Martinelli ci racconti come e quando hai deciso di frequentare il corso per arbitri?

Ho iniziato ad arbitrare per caso, ero una calciatrice e fino a quindici anni ho continuato a giocare a calcio pensando solo a quello. Aiutavo mio padre che era allenatore del settore giovanile di una squadra di calcio della nostra zona. Un giorno, mentre ero in campo con lui ad allenare i bambini, si è presentato un signore che mi ha proposto di frequentare il corso per arbitri. All’inizio non ero per nulla convinta, anzi. Poi dopo un paio di giorni di riflessione ho accettato. Non avrei mai immaginato di diventare arbitro, anche perché io con loro ci litigavo in campo. Adesso invece consiglio a tutte le ragazze di provarci perché è un’esperienza di vita che dà tanto e regala molte soddisfazioni“.

È più complicato il ruolo di arbitro o quello di assistente?

Secondo me è più difficile il ruolo dell’assistente, perché non hai momenti di scarico totale. Se ti perdi via un secondo, perdi il fuorigioco. L’arbitro invece, all’interno del terreno di gioco, può scambiare due battute con il giocatore, parla con il dirigente. Per lui è meno impegnativo a livello di testa. Ovviamente ha molte più responsabilità, noi siamo più limitati, però è un lavoro di concentrazione diverso. Difficoltà tra donne o uomini? Più difficile con gli uomini, anche se a livello di episodi nel calcio femminile capitano cose molto più particolari. Oggi arbitrare una partita di Serie A femminile è bello e divertente. Il calcio femminile è molto più ‘onesto’, le ragazze sono molto più sportive e, soprattutto in ambito Uefa, c’è molta attenzione al Fair Play“.

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Le difficoltà di un arbitro e il Var, l’opinione di Veronica Martinelli

Veronica Martinelli (LaPresse)

L’arbitro e i suoi assistenti sono sempre presi di mira. Ti è mai capitato qualche episodio spiacevole?

A parte i primi anni più difficili, dove effettivamente ti chiedi ‘ma chi me lo ha fatto fare a venire a prendere insulti?’, ho metabolizzato e riesco a recepire l’insulto in modo divertente e scherzoso. Negli stadi si sentono spesso cori, soprattutto in Serie C dove ci sono migliaia di persone. Alla fine ci sorrido sopra perché il calcio è goliardico e bisogna anche sapersi prendere in giro. Certo è difficile riuscire a lasciare fuori queste voci, soprattutto quando arbitri in campi provinciali dove ci sono genitori sfegatati che pensano di avere Ronaldo in casa e se la prendono a prescindere con la figura dell’arbitro“.

Spesso le polemiche nascono dalle decisioni prese dal Var. Hai già avuto modo di utilizzarlo?

No, non ho ancora avuto questa fortuna, spero di farlo presto. Ho assistito ad un corso dove ci hanno mostrato alcuni filmati, e vi assicuro che è difficile. Seduti su una sedia giudichiamo davanti a quattro schermi in pochi secondi. No, non è per niente facile“.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Il primo obiettivo è quello di fare l’esordio in Serie B. Prossimo anno lavorerò per quello. Non voglio pensare ad altro e ad obiettivi a lungo termine, perché tutto cambia in fretta. Meglio pensare ad uno ‘step’ per volta, perché sognare troppo in grande potrebbe farti perdere di vista l’obiettivo più vicino da raggiungere“.

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