Napoli, De Laurentiis a Dimaro: il silenzio degli innocenti o forse dei colpevoli

Napoli sempre in piena valutazione sui prossimi acquisti. Intanto sorgono i dubbi sull’addio di alcuni senatori e il patron azzurro non parla ancora. 

Da qualche giorno è partito il ritiro del Napoli a Dimaro e già abbiamo assistito ai primi colpi di scena. Conferenza stampa chiarificatrici, giocatori ceduti, giocatori con cui si continua a dialogare per un accordo. E intanto, i tifosi aspettano e sperano che tutto si possa appianare quanto prima.

Napoli
De Laurentiis (La Presse)

Più passa il tempo e più aumenta la paura di non essere più all’altezza delle grandi del Nord. Un timore che è comprensibile visto l’addio di giocatori come Insigne, Mertens, Ospina e Koulibaly. Quattro grandi calciatori ma soprattutto quattro grandi leader che non sarà semplice sostituire.

Napoli, De Laurentiis e quel silenzio preoccupante

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De Laurentiis (La Presse)

E così, mentre il Napoli cede Koulibaly al Chelsea, il presidente De Laurentiis arriva a Dimaro. Una visita aspettata e che dovrebbe consentire ai tifosi di ricevere quella tanto agognata verità sul futuro della squadra. Ma tutta questa fantomatica verità, ammesso che venga detta, quando verrà professata dal patron azzurro?

Una domanda a cui nessuno sa rispondere soprattutto perché, rispetto agli anni precedenti, il numero uno azzurro ancora non ha parlato. Di solito, l’aria frizzantina di Dimaro ha sempre spinto De Laurentiis a rilasciare dichiarazioni al vetriolo o pesanti al punto tale da spingere la sua squadra a competere per lo scudetto.

Adesso invece, sembra quasi che voglia prendere tempo prima di parlare. Come mai tutto ciò? Perché è difficile spiegare la cessione di Koulibaly? Perché dopo aver detto che era lui il nuovo Cavani, non può anche essere il nuovo leader della difesa o il nuovo Insigne? O semplicemente perché sarebbe troppo complicato spiegare che le parole dette a fine maggio sullo scudetto, furono più parole di circostanza?

Un silenzio assordante che rischia di creare più dubbi e paranoie che certezze e gioia da parte dei tifosi. Una mancanza di parola che induce a pensare che, forse, qualcosa sotto c’è e quel qualcosa è la certezza di non avere più la forza per competere con le grandi come 10 anni fa.