Guardiola, l’assurdo retroscena su Messi: “Quando lo vidi la prima volta…”

Guardiola, l’assurdo retroscena su Messi: “Quando lo vidi la prima volta…”. Il tecnico catalano rivela particolari inediti sul suo primi incontro con il fuoriclasse argentino

Pep Guardiola non ha mai conosciuto la gavetta, la cosiddetta partenza dal basso. Il 51enne tecnico di Santpedor, alla prima esperienza da allenatore sulla panchina del Barcellona, ha impresso fin da subito il suo marchio indelebile sulla storia recente del calcio mondiale

Guardiola
Pep Guardiola (LaPresse)

In quattro anni alla guida dei blaugrana, l’ex centrocampista catalano ha vinto di tutto e di più: tre campionati, due Champions League e altri trofei in serie. Dal 2008 al 2012 il Barcellona ha offerto spettacoli di straordinario livello in tutti gli stadi del mondo.

Il braccio armato di quella squadra, un’orchestra magistralmente diretta da Pep Guardiola, era ovviamente Leo Messi che in campo vinceva le partite quasi da solo.

Il fuoriclasse argentino, da straordinario talento uscito dalla Masia, il settore giovanile del club blaugrana, divenne il fuoriclasse unico e inimitabile che tutto il mondo ha imparato a conoscere.

E proprio insieme a Guardiola, Messi ha costituito un binomio quasi certamente irripetibile nella storia del calcio. Il maestro di tattica e grande innovatore che si allea con il campione del dribbling e dei gol da fantascienza.

Guardiola svela un retroscena su Messi: tifosi increduli

Messi
Leo Messi e Guardiola (Ansa)

Eppure, nonostante il sodalizio tra i due abbia portato il Barcellona a dominare la scena calcistica per almeno un quadriennio, il loro primo incontro non fu proprio memorabile. A svelare un retroscena inedito a tal proposito è lo stesso Pep Guardiola.

Per quanto possa sembrare strano, il tecnico catalano inizialmente ha nutrito qualche dubbio sulle potenzialità tecnico atletiche della Pulce. Guardiola lo ha raccontato in un’intervista di qualche tempo fa a CatalunyaRadio.

Qualche giocatore della rosa mi disse che in squadra c’era qualcuno di veramente forte. Mi avevano raccontato che questo ragazzo era un po’ piccolino, ma che segnava tanti gol e aveva un dribbling spettacolare“.

Un identikit perfetto ma che non fu sufficiente a fugare i dubbi del tecnico catalano: dubbi che aumentarono in occasione del loro primo incontro. “Non lo conoscevo ancora, poi un giorno ci siamo visti al negozio della Nike all’aeroporto di El Prat. L’ho visto così piccolo e timido e ho pensato: ‘ma è questo il giocatore di cui mi parlano così bene?‘”.

Il resto è storia, anzi è leggenda.