Eva Padlock: un nome, una garanzia. L’ex ombrellina fa impazzire i fan con un costume da capogiro: la foto è da urlo.
Eva Padlock, un nome come tanti se detto distrattamente. Qualche attimo di riflessione in più dimostra, invece, che la donna è passata alla storia grazie a un circuito di MotoGP, Valentino Rossi e Sete Gibernau: il contesto era quello di Jerez de La Frontera. Rossi e Gibernau ingaggiano un testa a testa all’ultima curva, in telecronaca c’era Guido Meda che impaziente di capire come sarebbe andata a finire si scaglia contro la regia: “Via la signorina, via!”. “Bella, per carità, ma preferiamo vedere queste cose qua”, gli fa eco la seconda voce Reggiani. 
Quella “signorina” era la fidanzata di Sete Gibernau e in un paddock gremito c’era anche Eva Padlock, spettatrice inconsapevole di una telecronaca e un gran premio che passarono alla storia. Correva l’anno 2005. Da allora sono passate molte altre curve e altrettanti gran premi: Rossi si è ritirato a vita privata e Gibernau quel circuito ancora se lo sogna. A rendere inquiete le giornate dei fan è ancora la bella e conturbante Eva: l’ombrellino non la fa più, si è comprata un k-way ma anche così fa la sua splendida figura.
Eva Padlock, da ombrellina a modella da capogiro
La donna si è data alla moda e alle sfilate di intimo: un settore che rende se la bellezza è mozzafiato perchè i completini proposti spesso sono a prova di fiato. Se lo tolgono, si tratta del modello giusto: attillati è dire poco. La differenza la fanno allenamento e sacrifici, ma i risultati sono strabilianti: gli affezionati non possono fare a meno di guardare la Padlock. Il pensiero ai gran premi, quando faceva l’ombrellina, non c’è più: ora si veste da coniglietta – per omaggiare Playboy – e i brand fanno a gara, stavolta nessuno la manda via, neppure a parole, per averla tra le partecipanti alle sfilate.
Una presenza imprescindibile che coniuga bellezza, fascino, seduzione e intelligenza. Quella volta a Jerez è stato un attimo, poi i media italiani l’hanno persa. Eva Padlock ha saputo mantenere alta la tentazione, nomen omen. Con buona pace di Guido Meda, anche se si sarà ricreduto persino lui. Le foto parlano chiaro, qualora non bastasse ci sono i commenti: più rischiosi di un sorpasso in curva. Occhio ai tornanti. 
