Qatar 2022, documenti di Castillo non idonei: la decisione sull’Ecuador

Perù e Cile, non qualificati, si erano rivolti al Tas perché il giocatore non era regolare, ma ecuadoriani se la cavano con una multa

Un pastrocchio bello e buono. Di quelli che fanno parlare e discutere parecchio. Alla fine, l’Ecuador va in Qatar, Cile e Perù no. Il campo così aveva stabilito e così sarà, al di là delle polemiche, dei documenti non idonei e delle liti tra federazioni. La Fifa non vuole scandali e alla fine si è tappata il naso e ha mandato avanti le cose come se nulla fosse.

Tutto nasce qualche mese fa. Ma andiamo con ordine e cominciamo dalla fine. La Commissione d’appello della FIFA ha stabilito che l’accusa della Federcalcio cilena contro Byron Castillo, per il presunto uso di documenti falsi per giocare per la squadra ecuadoriana, non aveva prove sufficienti per andare avanti e così, attraverso i loro legali, in collaborazione con gli avvocati peruviani, hanno sottoposto la controversia alla Corte Arbitrale dello Sport.

Gianni Infantino, presidente FIFA
Gianni Infantino, presidente FIFA (LaPresse)

La richiesta è pervenuta il 30 settembre, le argomentazioni delle parti coinvolte sono state presentate all’inizio di novembre e, infine, i magistrati sportivi hanno emesso il loro verdetto: si riconosce che Byron Castillo non disponeva di adeguata documentazione sulla sua nazionalità, ma ciò non può impedire all’Ecuador di giocare la Coppa del Mondo. Detto, fatto.

Polemiche a non finire, ma così è deciso

In sostanza, nei documenti presentati e rivisti dal Tas, si parla di documentazione non idonea, ma sempre secondo loro non si può impedire alla squadra ecuadoriana di disputare i mondiali Secondo la dichiarazione della TAS, la Federcalcio ecuadoriana riceverà una sanzione di tre punti in meno per le qualificazioni ai Mondiali del 2026, che si svolgeranno negli Stati Uniti, Messico e Canada.

Allo stesso modo, la FEF, la federazione ecuadoriana, dovrà pagare una multa di 100.000 franchi svizzeri. Non solo. Inoltre, la FEF deve risarcire la somma di 10.000 franchi svizzeri, sia per la Federcalcio peruviana che per la Federcalcio cilena, questo sotto forma di contributo per le spese sostenute in relazione a questo processo arbitrale.

Per quanto riguarda Byron Castillo, ed è qui il guizzo, secondo il CAS, non essendoci decisioni nei suoi confronti e sulla sua posizione sulla sua nazionalità, il difensore non avrebbe problemi a disputare i Mondiali del Qatar 2022. In Cile e in Perù si grida allo scandalo, ma sembra proprio che sia stato quello che abbia voluto evitare la Fifa a qualche settimana dall’inizio del torneo. Non proprio una bella figura insomma.