Il wrestling e la Serie A: non solo John Cena, le origini di una passione

John Cena segue il calcio italiano da almeno una quindicina d’anni, anche se per via di alcuni following su Twitter molti se ne accorgono solo ora… ecco com’è nata la passione del wrestling per il calcio italiano

John Cena
John Cena, wrestler e attore (Ansa)

John Cena sta al calcio, inteso come soccer, come Lionel Messi sta al wrestling. Nel senso che un paio di volte il fuoriclasse argentino ha raccontato di ammirare i luchadores e di giocare con i figli fingendo di essere su un ring. Ma l’idea di calcare un ring vero non lo sfiorerebbe mai.

Così come John Cena più di una volta ha confessato di seguire il calcio italiano. Ma di non avere alcuna qualità per il soccer. Eppure oggi segue almeno cinque società di Serie A su Twitter. Le stesse squadre che per la verità di tanto in tanto nei ritagli di un’attività frenetica segue anche a distanza e in TV.

Il wrestling, John Cena e la Serie A

A raccontarlo fu proprio lui, nella sua prima intervista in Italia, quando ancora doveva vincere il primo dei suoi sedici titoli assoluti. Era il 2005: “Guardo il calcio italiano, ma anche quello inglese, spagnolo e tedesco – rivelò in diretta – ma confesso che con i piedi non sono un granché. Sport troppo tecnico per me. Anche se gli sport li ho provati quasi tutti”.

John Cena, prima di dedicarsi al wrestling professionistico, che via via sta abbandonando per dedicarsi a un ruolo di entertainer a 360° seguendo le orme di The Rock e Batista anche al cinema e in TV, ha giocato discretamente a football (era linebacker) e a lacrosse. Ha una laurea in phisiology (la nostra educazione fisica) maturata a Springfield. E per pagarsi gli studi scortava VIP come driver di auto private e faceva il personal trainer.

La maglia del Genoa

Non molti sanno tuttavia alcuni aneddoti che legano il wrestling e la Serie A. La prima maglia da calcio che John Cena ha ricevuto fu proprio quella del Genoa. Stagione 2005/06, un anno prima del ritorno in Serie A del Grifone. Il campionato era al giro di boa. Cena era protagonista di una trasmissione televisiva e la maglia rossoblu originale gli venne regalata da un giornalista che lo aveva ospitato in studio. Tra il pubblico un ex giocatore del Genoa con suo figlio. Ma siccome Cena gli aveva confidato di conoscere la Sampdoria – il Genoa era in Serie B da alcune stagioni – il wrestler ricevette anche la maglia dei blucerchiati.

L’anno dopo Cena fu ospite del Festival di Sanremo. Era l’edizione diretta da Pippo Baudo con Giorgio Panariello. Il wrestler espresse il desiderio di vedere allo stadio una partita di Serie A. Ma la sua agenda era fittissima per la promozione del tour europeo della WWE. E la sua visita a San Siro per Milan-Empoli saltò.

Rey Mysterio
Rey Mysterio, wrestler (Instagram)

Le esultanze da ring

Quando gli raccontarono che in Italia Inacio Pià del Napoli aveva esultato dopo un gol con il suo “you can’t see me…”, John Cena fu molto sorpreso. Ma si tratta di un caso non isolato.

Vucinic fu persino criticato per il gesto del tagliagole, definito “throat slash” – che era uno dei cenni distintivi di Undertaker – esibito dopo un gol. Fabrizio Miccoli si nascondeva la maschera di Rey Mysterio nei pantaloncini per indossarla dopo un gol. Rey, grande tifoso del Real Madrid, rimase molto colpito quando seppe la storia. E pochi sanno che in una delle sue visite italiane, sempre fuori da uno studio televisivo e lontano da occhi indiscreti, Rey incontrò con grande sorpresa Paolo Maldini, che stava uscendo dagli studi di Milan Channel con suo figlio Christian che all’epoca aveva 11 anni. Foto ricordo per entrambi.

Roddy Piper a Livorno

Un altro episodio indimenticabile per i tifosi italiani avvenne in uno show, a Livorno. Un tour lunghissimo e di enorme successo: dodici spettacoli. Novembre 2006. Eddie Guerrero era appena scomparso e ogni show era davvero sentito e commosso da parte del pubblico italiano. Che venne ripagato da una presenza straordinaria: il grande Roddy Rowdy Piper, uno dei più emblematici wrestler di sempre, scomparso nel 2015.

Roddy salì sul ring allestito al Palasport di Porta a Terra con la sua classica giacca di pelle nera. Ma sotto indossava la maglia granata del Livorno. Quando il wrestler canadese (anche se la storyline pretendeva che fosse di Glasgow) si tolse il giaccone, il PalaLivorno venne giù dagli applausi.

Piper aveva preteso di scrivere quel segmento di spettacolo proprio pensando al pubblico del calcio: “In Italia bisogna parlare di calcio” aveva detto. E i booker di quella sera, gli autori dello show, lo avevano affiancato a un amico italiano che gli scrisse alcune frasi che conquistarono il pubblico. Anche perché sugli spalti c’era Igor Protti che aveva appena lasciato il calcio e venne citato e omaggiato da Piper sul ring insieme a Cristiano Lucarelli e ad altri protagonisti di quella stagione di Serie A.