Argentina, i soprannomi dei vincitori: alcuni significati sono impensabili

L’Argentina ha vinto il Mondiale 2022 in Qatar e tutti i giocatori hanno un proprio soprannome: il motivo di alcuni è davvero impensabile.

E’ ancora momento di grande festa in Argentina per la vittoria dei Mondiali 2022 che ha fatto esplodere di gioia un intero paese. Dopo il ritorno dal Qatar, la squadra ha fatto il giro di Buenos Aires sul pullman scoperto insieme all’ambita e luccicante coppa.

Argentina Soprannomi
Argentina, soprannomi più curiosi dei giocatori

L’anno calcistico si chiude con lo storico trionfo dell’Argentina che vince la sua terza rassegna iridata dopo una delle finali più belle di sempre contro la Francia. Il protagonista di questa emozionante cavalcata non poteva che essere Lionel Messi, capitano e leader di una Nazionale trascinata dalle sue incredibili giocate.

Dietro al successo della squadra di Scaloni è curioso scoprire, come da tradizione sudamericana, che ogni calciatore della rosa ha un soprannome dedicato. Il più famoso inevitabilmente è la “Pulga” (ovvero la pulce) per il fisico minuto ma scattante dell’ex Barcellona che se lo porta dietro fin da bambino.

Argentina, che fantasia: conosci tutti i soprannomi?

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Argentina, il significato dei soprannomi dei vincitori

La luce dei riflettori è andata giustamente su Lionel Messi ma il successo ai Mondiali dell’Argentina porta la firma anche di altri giocatori. Una serie di compagni capaci di sacrificarsi e supportare la loro stella al fine di raggiungere un obiettivo comune.

Tra questi c’è Emiliano Martinez, votato come miglior portiere in Qatar e autore di parate pesantissime come quella iconica su Kolo Muani. Il 30enne gioca all’Aston Villa ma ai tempi del settore giovanili dell’Indipendiente aveva un aspetto divertente un po’ rosso in faccia e con le lentiggini. Una somiglianza col cartone animato “Dibu” che da quel momento è diventato il suo soprannome.

Scorrendo la formazione titolare della finale troviamo come terzino destro Nahuel Molina “El Galgo” (il levriero) per le sue lunghe leve e la velocità sulla fascia. Sull’altra fascia a sinistra ha giocato Marcos Acuña “El Huevo” (l’uovo) dato da un osservatore che lo vide giocare da bambino e lo definì un predestinato.

Al centro della difesa spazio c’è stato spazio per Cristian Romero “El Cuti” (il lenzuolo), nomignolo dato dalla sorella che per la prima volta lo vide tra le lenzuola in braccio a sua mamma. Al suo fianco Nicolas Otamendi “El General” (il generale) che ha guidato con grinta e impartendo ordini a tutto il reparto.

Qatar 2022, i soprannomi dei campioni del mondo

Le chiavi del centrocampo erano in mano al giovane Enzo Fernandez “El Musico” (il musicista) e infatti ha impartito i ritmi di gioco come un vero direttore d’orchestra. Una delle sorprese è stato Mac Allister “El Colo” (il rosso) per via del colore dei suoi capelli mentre Rodrigo De Paul è “El Topadora” (il bulldozer) per la sua potenza fisica.

In attacco, oltre a Messi, ha messo il suo sigillo Di Maria “El Fideo” (lo spaghetto) per il suo fisico asciutto che lo caratterizza fin da ragazzino. Infine c’è Julian Alvarez “El Arañà” (il ragno) perché, secondo il fratello, quando gioca è scattante e sembra avere più di due gambe. Non manca un soprannome per il tecnico Luis Scaloni “El Toro” (lo stesso di Lautaro Martinez) perché da giocatore era un terzino molto duro e difficile da superare.

Tra le riserve si può citare Paredes “El Mago”, Gomez “El Papu” (sua mamma da piccolo lo  “Papuchi”), Dybala “La Joya”, Lisandro Martinez “Pitbull” e Montiel “El Bombero” (il pompiere) perché spegne ogni principio d’incendio dell’attacco avversario.