La Ligue 1 si muove per sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica importante: il gesto di alcuni campioni però non passa inosservato.
Caos in Ligue 1. Ancora una volta, le decisioni personali di alcuni dei protagonisti del massimo campionato francese creano un polverone mediatico clamoroso. Non è una novità assoluta. Già in passato la Francia aveva vissuto situazioni simili, con problemi di “ammutinamento” che avevano riguardato anche la squadra più importante della Ligue 1. 
Sembrava però che questo tipo di problematiche facesse parte di un passato ormai dimenticato. Invece, il gesto di alcuni grandi campioni, nell’ultimo weekend di campionato, non è passato inosservato e ha riaperto il dibattito tra i media transalpini. Un anno dopo, siamo ancora al punto di partenza.
Un’iniziativa della federazione francese, diventata quasi abitudinaria e di routine, ma la cui importanza non va sottovalutata, è ancora una volta oggetto di discussioni. Alcuni calciatori non vedono di buon grado, infatti, determinate imposizioni, soprattutto quando vanno contro la propria morale, le proprie idee e i propri principi religiosi. Da qui la scelta incredibile di alcuni protagonisti del campionato transalpino di ribellarsi al sistema nell’unico modo possibile: con un rifiuto che ha scatenato ancora una volta critiche a non finire.
Maglia arcobaleno in Ligue 1: scoppia il caos
A generare il putiferio è stata la scelta della Ligue 1 di imporre la maglia arcobaleno alle squadre del campionato per mandare un importante messaggio ai tifosi in vista della Giornata internazionale contro l’omofobia, il 17 maggio. Anche nel mondo del calcio la lotta all’omofobia va combattuta in prima linea, senza più nascondersi. Un gesto nobile, che però non ha trovato d’accordo tutti i protagonisti nelle varie squadre, e qualcuno ha deciso addirittura di ribellarsi. 
Era già accaduto lo scorso anno, quando a rifiutarsi di indossare la maglia per i diritti LGBT era stato il senegalese Idrissa Gana Gueye, centrocampista allora al PSG. Un rifiuto clamoroso che lo portò a rimanere fuori squadra per una partita.
La stessa decisione è stata presa, nell’ultimo weekend da due giocatori: Zakaria Aboukhlal del Tolosa e Mostafa Mohamed del Nantes. Mentre il marocchino si sarebbe rifiutato in accordo con un paio di compagni di squadra, l’egiziano ha preferito farsi semplicemente da parte, senza polemizzare con nessuno e senza fornire giustificazioni.
Una decisione che ha mandato su tutte le furie i due club, portando addirittura il Tolosa a pubblicare un lungo e duro comunicato per dissociarsi dal comportamento dei propri tesserati. Pur rispettando le scelte individuali, sottolinea la nota del club, è stato necessario escludere i giocatori dissidenti dall’incontro in calendario per la 35esima giornata.
“L’apertura al mondo è una parte fondamentale del nostro DNA“, continua ancora la società, che ha sottolineato quanto la scelta dei propri giocatori si basa anche sulle loro qualità umane, a prescindere dalle credenze o convinzioni dei singoli, e che l’impegno contro ogni forma di discriminazione da parte del club rimarrà costante.
