Inter-Juventus, la top 11 dei doppi ex con Ibrahimovic, Baggio, Vieri, Pirlo e Cannavaro

Inter-Juve, Vieri nella top 11 dei doppi ex

Inter-Juventus disegna una storia antica, scritta anche nel passaggio di giocatori che hanno attraversato la storia delle due squadre. C’è anche Meazza, che dà il nome allo stadio di Milano ormai prossimo alla demolizione. Abbiamo provato a disegnare una squadra ideale con i doppi ex

Portieri: Peruzzi e Sarti

In porta, nella squadra dei doppi ex di Inter-Juventus, andrebbe Angelo Peruzzi con Angelo Sarti, passato per una stagione da riserva alla Juve a fine carriera, come riserva. Peruzzi ha esordito da titolare proprio in occasione di un “derby d’Italia, Juventus-Inter di Coppa Italia il 12 febbraio 1992. Si riprende dopo la squalifica per doping alla Roma. Esercita quella presa che, leggenda vuole, ha allenato cercando di afferrare i pesci nei ruscelli. Poi ad aprile para un rigore a Baresi, contro il Milan in campionato, e da protagonista si prende la scena in campionato all’Olimpico contro la Roma.

Trapattoni cambia le gerarchie, Tacconi diventa la sua riserva. In otto stagioni in bianconero vincerà 3 scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa Europea e 2 Supercoppe Italiane. Va meno bene all’Inter, dove arriva nell’estate del 1999 per 28 miliardi, cinque in meno di quanto inizialmente pattuito, grazie anche a una telefonata risolutiva tra Massimo Moratti e Umberto Agnelli.

Difensori: Burgnich e Cannavaro leader

In difesa, trova spazio il pilastro della Grande Inter, Tarcisio Burgnich. Un terzino tanto timido e accomodante fuori dal campo quanto solido e roccioso contro gli attaccanti avversari. Ha giocato sedici partite tra campionato e Coppa Italia alla Juve nel 1960-61, una stagione per la verità piuttosto incolore. Passa per Palermo, e segna anche uno dei quattro gol con cui i rosanero battono la Juve al Comunale. Gioca un campionato eccellente che gli vale l’offerta di Angelo Moratti e un posto nella storia.

Nel 2004 Fabio Cannavaro, futuro campione del mondo e Pallone d’Oro, passa dall’Inter alla Juve in cambio del portiere Carini. Ha giocato all’Inter due anni, con il ricordo di un gol alla Reggina da trenta metri e della semifinale di Champions League del 2003. A Torino Cannavaro tornerà Cannavaro, vincendo due scudetti (revocati per Calciopoli). A completare la difesa ideale dei doppi ex di Juve e Inter c’è Bonucci, cresciuto con Ranocchia nelle giovanili nerazzurre.

Centrocampo con Tardelli e Baggio

Di grande qualità il centrocampo. Posto d’onore per Marco Tardelli, “l’urlo” più famoso del calcio italiano. Nell’estate del 1975, dopo due stagioni a Pisa e un campionato da rivelazione nel Como di Marchioro, per Tardelli si scatena un’asta. L’Inter sembra in vantaggio, ma alla fine passa alla Juve per 950 milioni: Boniperti infatti paga in contanti, gli altri no. A Torino vince tutto, gioca 239 partite con 35 gol poi va all’Inter che se l’era lasciato sfuggire anni prima. Ha un contratto faraonico per l’epoca, settecento milioni a stagione per due anni, ma gli infortuni saranno più delle soddisfazioni.

L’Inter non è riuscita a valorizzare, anni dopo, un giovane Andrea Pirlo, che diventa un campione al Milan e nel 2012 si trasferisce a parametro zero alla Juve di Conte. Pirlo sarà la mente dei suoi tre scudetti, poi aggiungerà il suo quarto personale in bianconero nella prima stagione dell’era Allegri.

Destino simile anche per Roberto Baggio e Vladimir Jugovic (ma ci sarebbe spazio anche per Patrick Vieira). Baggio vince uno scudetto e una Coppa Uefa a Torino, in nerazzurro segna 17 gol in due stagioni ma non alza nessun trofeo. Jugovic è racchiuso in un fotogramma, il sorriso prima di battere il rigore decisivo nella finale di Champions League che la Juve vince contro l’Ajax all’Olimpico di Roma. Il centrocampista è uno degli uomini chiave della squadra di Lippi, che lo porta con sé anche all’Inter.

In attacco le rovesciate di “Bonimba” e i gol di Vieri

In attacco, c’è bisogno delle rovesciate di Bonimba finite anche al primo posto nel credo poco religioso di Stefano Accorsi in Radiofreccia, il film di Ligabue. Ha segnato 171 gol all’Inter, Roberto Boninsegna, prima dello scambio che scuote l’estate del 1976 con lo juventino Pietro Anastasi. Al primo anno in bianconero, segna una doppietta da ex all’Inter e vince la Coppa Uefa. Come ha scritto Gianni Giacone su Hurrà Juventus, è l’ultimo esemplare “di una generazione di centravanti indomiti, di solidissimo mestiere e coraggio non comune. (…) Non c’è magia nei goal di Bonimba. Il mestiere del centravanti è duro e senza pietà. Bonimba, ultimo grande guerriero dell’area di rigore, contraddistingue con le sue imprese un’epoca intera”.

Alla Juve, Zlatan Ibrahimovic segna 26 gol in 92 partite poi diventa l’uomo simbolo degli scudetti per l’Inter post-Calciopoli, soprattutto con la doppietta al Parma del 2008. All’Inter, segna 66 reti in 117 incontri e chiude da capocannoniere nel 2009.

Il terzo posto da titolare può andare a Bobo Vieri (ma ci sarebbe spazio anche per Schillaci che vince una Coppa Uefa con entrambe le squadre, Aldo Serena o “Spillo” Altobelli). Vieri arriva alla Juve l’anno dopo il trionfo in Champions del 1996. In un anno vince uno scudetto, oltre a Supercoppa Europea e Intercontinentale. In nerazzurro una Coppa Italia in cinque stagioni, ma 123 gol in 190 partite.

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