Inter, Conte: “Servono realismo e coraggio. Non dobbiamo porci limiti”

Inter, Conte: "Servono realismo e coraggio. Non dobbiamo porci limiti"

“Bisogna guardare la realtà, ma credere non costa niente: possiamo cambiare il nostro destino”. Il tecnico dell’Inter, Antonio Conte, interviene al Festival dello Sport di Trento. Predica il coraggio delle grandi sogni, che parte però dalla consapevolezza piena della realtà.

Conte: “Possiamo cambiare il nostro destino”

“Mi sono espresso fin dall’inizio, rispetto a noi ci sono due squadre, Juventus al top e poi anche il Napoli, che hanno costruito di più negli anni” ha detto Conte, che ha ammesso il gap ma ha anche sottolineato l’importanza del cammino attuale per il futuro dell’Inter.

“Questo gap c’è, ma noi abbiamo iniziato un tipo di percorso attraverso il lavoro e la serietà per progredire nel tempo e diventare competitivi per dare soddisfazioni ai tifosi. Da questo punto di vista bisogna essere coraggiosi avendo una visione chiara del presente. Dobbiamo lavorare ma senza porci dei limiti. Dobbiamo essere realisti ma consapevoli che possiamo cambiare il corso del destino”.

Inter, Conte: "Servono realismo e coraggio. Non dobbiamo porci limiti"

Conte e la nazionale: “Un Paese soffia dentro di te”

Conte è intervenuto a Trento nell’ambito di un incontro dedicato alla nazionale azzurra insieme ad Arrigo Sacchi, Luca Toni e Paolo Rossi. “Indossare la maglia azzurra per un calciatore è il coronamento di un sogno, sentire l’inno dà sensazioni uniche perchè stai rappresentando il tuo paese. Io ho avuto il piacere di vestirla sia da calciatore che fare il ct. Da giocatore ti dà emozione forti, da ct senti una responsabilità ancora più grande. Senti un intero paese che soffia dietro di te” ha detto Conte, che ha ricordato il valore dello spirito di squadra per il cammino della sua nazionale agli Europei del 2016.

“Quello che mi rimane di quella esperienza è che tante volte: volere è potere. E lì volevamo tutti” ha spiegato. “Riuscimmo a lavorare insieme, plasmando un gruppo. Ogni calciatore avrebbe dato la vita per l’altro. Riuscimmo, nonostante non ci fosse grande qualità nella nostra rosa, a trovare 23 uomini che avevano piacere ad aiutarsi nelle difficoltà e a stare insieme. Non batti Spagna e Belgio, arrivi ai rigori con la Germania campione del Mondo, se non c’erano dei valori. Se non avessi firmato a marzo con il Chelsea avrei sicuramente continuato quell’esperienza”.

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