Due tocchi di braccio, due decisioni diverse. Due scelte, comunque, corrette accendono passioni e stimolano discussioni dopo gli anticipi dell’undicesima giornata di Serie A. Perché è stato fischiato il rigore al Napoli contro Callejon e non al Torino per la deviazione di de Ligt? Ecco la risposta.
Al 23′ Callejon si porta avanti il pallone col braccio in area. L’arbitro Rocchi è parzialmente coperto, dunque non ha tutti gli elementi per valutare l’episodio. Per questo viene invitato alla review dell’episodio al VAR. Quel che vede è chiaro. Callejon va con il braccio verso la palla e la controlla con il braccio sinistro. In questo caso, le chiacchiere sulla posizione del braccio, benché attaccato al corpo, stanno a zero. Il controllo configura un tocco volontario. E la volontarietà, che non è più presupposto per discriminare gli interventi punibili da quelli non punibili, resta una tipologia di infrazione sempre da punire. Un calciatore commette infrazione, specifica il regolamento, se “tocca intenzionalmente il pallone con la mano o il braccio, compreso se muove la mano o il braccio verso il pallone”.
Discorso completamente diverso in Torino-Juve, sul tocco con il braccio destro di de Ligt al minuto 11. Prima differenza: de Ligt non porta il braccio destro verso la palla, anzi lo avvicina al corpo mostrando che non c’è alcuna volontà di intercettarla con il braccio. Secondo aspetto: la deviazione di Belotti, che si aggiunge alla posizione non innaturale del braccio destro del difensore olandese, che non aumenta lo spazio occupato. Dunque, non è un intervento punibile. E il VAR non avrebbe certo dovuto intervenire nel momento in cui l’arbitro prende una decisione in linea con le linee guida indicate agli arbitri a Coverciano: il VAR corregge i chiari ed evidenti errori, e questo non è proprio un errore.
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