Yaya Tourè parla del figlio e del razzismo negli stadi
Il razzismo negli stadi è una piaga ancora molto presente nel mondo del calcio. Un malcostume che non si riesce a debellare nonostante qualcosa si stia muovendo in tal senso, sempre più squadre prendono le distanze da episodi scellerati che accadono talvolta – ultimamente con più frequenza – in curva e sulle tribune. Molti esponenti del calcio internazionale hanno detto la propria sul tema, ci ha tenuto ad esprimere il proprio dissenso verso ogni forma di intolleranza anche Yaya Tourè.
Centrocampista ivoriano, in forza al Quingdao Huanghai, che ha militato in grandi club europei come Barcellona, Manchester City e Monaco. Il fuoriclasse si è raccontato sulle pagine de “L’Equipe” e, quando si è parlato di razzismo, ha ammesso candidamente: “In futuro vorrei vedere qualcosa di bello, vorrei vedere i giocatori potersi esprimere liberamente. Talvolta, invece, mi rattristo: il razzismo mi fa sempre male. Ho un figlio che vorrebbe fare il calciatore, ma io gli detto di no: non può farlo, lo deve accettare. Il motivo? È proprio legato al razzismo”.
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