“Non ci sono motivazioni per estendere i divieti di manifestazioni sportive oltre le sei regioni interessate dall’ordinanza“. Lo spiega il ministro per per le politiche giovanili e per lo sport Vincenzo Spadafora a margine del consiglio nazionale del Coni. Dopo la decisione di ieri del governo di far giocare a porte chiuse le partite di calcio della serie A nelle aree a rischio, restano molti i problemi legati al rischio di contagio da coronavirus, spiega il ministro.
“Il decreto che abbiamo proposto ieri prevede che si possano giocare a porte chiuse, nelle sei regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia e Liguria. Monitoriamo passo dopo passo, non ci sono ora condizioni o motivazioni per estendere le limitazioni ad altre regioni” ha spiegato.
Non c’è un pericolo pendolari, aggiunge, in riferimento soprattutto ai tifosi che si muovono per seguire le partite in trasferta. “Chi si muove dalle regioni interessate, purché non parta dalle zone dei focolai, come hanno spiegato medici, scienziati, può spostarsi” rassicura Spadafora, che non entra nel merito della possibile decisione di trasmettere in chiaro Juve-Inter, giocata a porte chiuse. “La decisione spetta alle leghe” dice.
Il ministro Spadafora – Video Quintiliano Giampietro
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