Coronavirus, ESCLUSIVO Tacconi: “Se il calcio non riparte muore. Obbligatorio tagliare gli stipendi dei calciatori”

Stefano Tacconi
Stefano Tacconi

Il calcio prova a contrastare l’emergenza Coronavirus. Le società e la FIGC  contano sull’intervento del Governo per evitare il fallimento. Tra le misure chieste le agevolazioni fiscali, la possibilità di pubblicizzare le scommesse, la creazione di un nuovo gioco per produrre introiti. Di questo, della ripresa dei campionati e del taglio degli stipendi ai calciatori, ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus e della Nazionale

Come sta vivendo questo periodo difficile?

“Provo a rilassarmi e a non farmi travolgere dallo sconforto. Non ci sono alternative. In questa storia c’è qualcosa che mi sfugge”.

In che senso?

“Nell’arco di un anno, una normale influenza provoca più morti del Coronavirus. Non vorrei che sotto ci fosse qualche cosa di cui non siamo a conoscenza. Comunque sia, spero che l’emergenza venga superata al più presto possibile, ma temo che anche la politica e i medici siano disorientati”.

Il mondo del calcio intanto ha chiesto aiuto al Governo per combattere le inevitabili ricadute economiche. Qual è la sua idea?

“E’ molto difficile capire quale sia la chiave giusta. Il Governo però deve assolutamente intervenire in soccorso del calcio”.

Il presidente della FIGC Gravina ha detto che a tutti i costi proverà a finire il campionato perché non assegnare lo scudetto sarebbe una sconfitta sua e di tutto il sistema calcio. Concorda?

“Sì. Spero che dopo Pasqua si possa riprendere. Se necessario si saltano le ferie e si allunga la stagione per tutta l’estate. Non sono d’accordo con l’ipotesi playoff, lo scudetto deve essere assegnato dopo aver giocato regolarmente le giornate. Il calcio deve riaprire, altrimenti farà una fine atroce, come del resto le altre attività del Paese. L’economia rischia di morire”.

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Coronavirus, ESCLUSIVO Tacconi sul taglio degli stipendi ai calciatori

Cristiano Ronaldo (Getty Images)
Cristiano Ronaldo (Getty Images)

E’ d’accordo sul taglio degli stipendi ai calciatori?

“Certo. Loro devono contribuire assolutamente in questo momento di grave crisi per i club. Ai tempi miei era difficoltoso pensare ad una cosa del genere, oggi no. Visti gli ingaggi, un taglio del 30% non sarebbe nulla”.

Non tutti però guadagnano tanto. Per esempio c’è una differenza abissale tra gli stipendi dei giocatori di Serie A e quelli dei colleghi delle leghe minori… 

“Infatti questa percentuale l’applicherei ai guadagni superiori al milione annuo. Gli altri ingaggi non li toccherei. Temo che i prossimi 2/3 anni saranno molto duri per il calcio, ma in generale per tutta l’economia italiana. Lo Stato non credo riuscirà a riparare i danni causati dal Coronavirus”.

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