Premier League, calciatori contrari al taglio degli stipendi: le ragioni

Ieri pomeriggio, al termine della conference call tenutasi con i vertici della Football Association, i club di Premier League si sono mostrati disponibili ad aprire un dialogo con i propri calciatori sulla questione del taglio degli stipendi. A causa dello stop forzato delle competizioni, le società hanno dovuto fare i conti con il venire meno degli introiti legati agli sponsor, ai diritti tv e al botteghino. Pertanto, le entrate sono diminuite al punto da mettere a rischio il posto di lavoro di molti dipendenti. L’unica via d’uscita sembrerebbe essere quella del taglio degli emolumenti. Ma per farlo servirà il consenso dei diretti interessati.

Premier League, calciatori contrai al taglio degli stipendi

Premier League, taglio stipendi: i calciatori chiedono garanzie

Consenso che, al momento, sembrerebbe non esserci. Dopo l’ok dato ieri dalle società, infatti, in serata è arrivata la risposta dei calciatori, i quali in una nota hanno fatto sapere: “La detrazione salariale proposta del 30% su un periodo di 12 mesi equivale a oltre 500 milioni di sterline in riduzioni salariali e una perdita di contributi fiscali di oltre 200 milioni di sterline al governo. Che effetto avranno queste mancate entrate per il governo per il servizio sanitario nazionale? Bisogna trovare nuove entrate anche per la EFL e i club della National League. I 125milioni di sterline potrebbero non bastare”. Inoltre i giocatori chiedono che ai dipendenti dei club venga garantito il 100% dello stipendio, e che i 20 milioni destinati dalla Premier League a enti benefici e famiglie in difficoltà siano aumentati.

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