Serie A, Gravina contro Malagò: “La stagione va finita”

Serie A, Gravina contro Malagò: “La stagione va finita"
Serie A, Gravina contro Malagò: “La stagione va finita”

I dati divulgati in serata dalla Protezione Civile confermano quanto emerso negli ultimi giorni: cala il numero dei contagiati (oggi  1.396), aumentano i guariti (30.455), è costante il numero di persone dimesse (circa duemila) e quello dei posti letto liberati in terapia intensiva. Il ritono alla normalità, però, è ancora lontano. Nella conferenza stampa di questa sera, infatti, il Premier Conte ha dichiarato che le misure restrittive attualmente in vigore proseguiranno fino al prossimo 3 maggio. Una decisione inevitabile, se non si vuole correre il rischio di vanificare gli sforzi sin qui fatti.

Una decisione, questa, che tocca da vicino anche il calcio. Sì, perché, in serata, il Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili, Vincenzo Spadafora, ha inviato al presidente del Coni, Giovanni Malagò, e al presidente del CIP, Luca Pancalli, una lettera in cui ha dichiarato: “[…] vi prego di voler attivare le Federazioni e gli altri soggetti del sistema sportivo affinché la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio, nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che saranno individuate d’intesa con le autorità sanitarie e gli organismi scientifici”.

Serie A, Gravina risponde a Malagò: “Il calcio ha una sua specificità”

Gravina risponde a Malagò: “Il calcio ha una sua specificità”

Prima del 4 maggio, dunque, non sarà possibile tornare ad allenarsi. Nonostante ciò, però, l’obiettivo rimane sempre è solo uno: finire la stagione. A darne conferma è stato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, che all’Ansa, in risposta a Giovanni Malagò, ha detto: “Tutti si fermano e il calcio no? Non entro nel merito delle scelte che hanno adottato le altre discipline. Il calcio ha una sua specificità: per dimensione, per partecipazione e per impatto economico del lockdown”.

Nel pomeriggio, il presidente del Coni aveva dichiarato: “Il mondo dello sport mi sembra evidente che oggi, abbastanza alla spicciolata sta andando alla chiusura. E’ un dato di fatto, è sotto gli occhi di tutti, negarlo sarebbe ridicolo e ipocrita che il calcio vuole andare avanti e quindi si mette in una situazione diversa rispetto alle altre discipline, questo è sicuramente un fatto ormai acclarato”. 

Serie A, Gravina: “Vogliamo finire la stagione”

Gravina ha poi proseguito spiegando quali sono le ragioni che spingono il movimento calcistico a non prendere in considerazione l’idea di uno stop definitivo: “Le conseguenze di un’anticipata chiusura dell’attività sono sotto gli occhi di tutti. Provocherebbe un notevole danno sociale, prima ancora che economico, perché rischieremmo la paralisi a causa dei ricorsi di chi si dovesse sentire leso dei propri diritti. Vogliamo concludere quello che abbiamo iniziato nel rispetto della salute di tutti i protagonisti; per questo siamo al lavoro con il Governo e con la nostra Commissione medica per stilare tutti i protocolli necessari affinché lo si faccia in piena sicurezza”.

Il presidente della Figc ha concluso dicendo che, malgrado la volontà sia quella di portare a termine la stagione, la salute rimane al primo posto: “Il ministro Spadafora conosce il nostro pensiero. L’idea è quella di concludere le competizioni, in linea con le indicazioni degli organismi internazionali calcistici, ma c’è un bene primario da difendere che è quello della tutela della salute. Abbiamo chiesto di attuare in tempi rapidi l’avvio delle procedure sanitarie, non appena sarà definito il protocollo, per trovarci pronti per riprendere gli allenamenti in gruppo alla fine del lockdown”.

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