Gianpiero Marini
Il Governo ha prorogato fino al 3 maggio le misure restrittive legate all’emergenza Coronavirus. Il calcio intanto continua a lavorare per stabilire se e quando riprendere la stagione.
Di questo ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it, l’ex giocatore dell’Inter, Gianpiero Marini, campione del Mondo a Spagna ’82, è nato e vive a Lodi, la zona simbolo in Lombardia della epidemia da Covid-19, così vicina a Codogno, il comune dove vive Mattia, il primo paziente contagiato.
Come sta vivendo questo periodo di estrema difficoltà un cittadino lodigiano?
“Malissimo. Consideri che il primo cittadino colpito dal Covid-19 è di Codogno, che dista 20 chilometri da Lodi. Il rumore delle ambulanze ci ha frastornati. Ho perso dieci amici. Da noi è stata una strage, la città è stata devastata. Da qualche giorno si sta registrando una diminuzione dei contagi. Sono convinto che ne verremo fuori, senza dimenticare però quello che sta succedendo. Questa storia deve insegnarci molte cose”.
Intanto il calcio pensa a quando ripartire…
“Parlare di calcio è estremamente difficile, anche perché nessuno sa quando finirà questa epidemia. Il rischio è che si facciano programmi e quando pensi sia tutto finito, possa riaccendersi un focolaio. Se ciò avvenisse, sarebbe la fine. Quando ci fu l’influenza spagnola dopo la Prima guerra mondiale, la maggior dei morti furono causati dalla seconda ondata. Prendere decisioni in questo momento è complicatissimo”.
Non sarebbe meglio bloccare qui i campionati, anche per una questione morale?
“Non è facile ripartire. E’ pur vero che se si bloccasse tutto, alcune società rischierebbero il fallimento. Il Governo dovrebbe aiutare anche il calcio, una delle industrie più importanti del Paese, con cui vivono tante famiglie normali. Non esistono solo i giocatori con i loro ingaggi elevati”.
A proposito di calciatori, c’è uno scontro duro tra Aic e club sul taglio degli stipendi. Da che parte sta?
“I calciatori devono contribuire in questo momento di estrema crisi, trovando un accordo con i club, rispetto al periodo d’inattività”.
Nel caso in cui l’epidemia non consentirebbe la ripartenza, assegnerebbe lo scudetto?
“No, assolutamente”.
E’ partita ufficialmente una raccolta di firme online per dare il titolo all’Atalanta come tributo alla popolazione di Bergamo duramente colpita dal Coronavirus. La petizione verrà presentata alla Lega di Serie A. Cosa ne pensa?
“Non saprei dare una risposta a questa domanda”.
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