Serie A, ripresa del campionato e scontro con le tv: la posizione di Marino

Pierpaolo Marino, direttore sportivo dell’Udinese, parla a Radio 24. “La Serie A è compatta, vuole riprendere” dice. “Non penso si arriverà allo scontro con le televisioni”.

Serie A, ripresa del campionato e scontro con le tv: la posizione di Marino
Serie A, ripresa del campionato e scontro con le tv: la posizione di Marino

La Serie A vuole riprendere, ma sono pessimista di fondo sulla situazione”. Pierpaolo Marino, direttore sportivo dell’Udinese, in un’intervista a Radio 24 durante il programma “Tutti convocati” offre il suo punto di vista sul presente e soprattutto il futuro prossimo della Serie A.

“La Lega è compatta, tutti vogliamo riprendere” ha detto. Tutte le squadre, compresa l’Udinese, chiedono inevitabilmente “rispetto delle tutele del personale. C’è poi l’aspetto romantico che è quello di salvaguardare le aspettative dei tifosi. Non vedo tanto seguito e apprensione delle tifoserie su quando riparte il calcio. A Udine i tifosi della curva fanno volontariato, è l’ultima cosa che interessa il calcio ora“.

Il direttore sportivo dei bianconeri, però, non nasconde un certo pessimismo con la situazione generale, con la diffusione del coronavirus. “In Cina a Wuhan, solo due giorni fa il club ha convocato la squadra. Da noi che la pandemia è scoppiata due mesi e mezzo dopo, penso che non siamo ancora pronti a livello di pericolosità per atleti e indotti” spiega.

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Serie A, Marino e i contratti dei calciatori

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Dovremmo preoccuparci comunque anche della prossima stagione. Se non dovesse partire a pieno regime, lì davvero potremmo arrivare al crac di alcune società di calcio” avverte Marino.

I conti dei club dipendono dai soldi delle televisioni che, però, in assenza di partite non sono intenzionate a pagare. “Non si andrà al conflitto, c’è un contratto” ha detto. “I club hanno risorse maggiori dalle tv, ma allo stesso tempo le piattaforme senza calcio non sopravvivono“, ha sottolineato.

Sarà difficile anche definire gli aspetti contrattuali con i calciatori. “Due settimane fa, UEFA e FIFA hanno sostenuto che in contratti erano prorogabili, salvo poi fare marcia indietro. Il primo che non rinnova farà saltare il banco” ha detto.

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