Un murale dedicato a Maradona dai tifosi del Boca Juniors (Getty Images)
Diego Armando Maradona ha rappresentato la quint’essenza del numero 10 nel calcio, un numero che lo ha caratterizzato e che ha condiviso con altri grandissimi
Il numero 10 è stata quasi un’ossessione per Diego Armando Maradona: ma era un’epoca completamente diversa in cui i numeri restavano incollati addosso solo perché la squadra non poteva fare a meno di te.
Nelle maglie che venivano distribuite al momento dell’appello, dall’1 all’11 e senza nomi sulla schiena, quel numero 10 aveva un peso specifico particolare. Il 10 doveva essere disegnato all’inglese, con lo ‘zero’ grande e panciuto, così che fosse ben riconoscibile da ogni angolo dello stadio. Maradona fece suo quel numero fin dalle sue prime esibizioni con Argentinos Juniors e con la Nazionale giovanile argentina. Di fatto non se ne separò mai più, al punto da pretendere – molto prima che le maglie venissero stampate in serie e abbinate a ogni singolo giocatore – che il suo numero 10 avesse nome e fascia da capitano prestampata. Un vezzo che all’epoca non poteva essere accontentato.
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Era un calcio straordinario e profondamente diverso da quello di oggi dove essere il 10 aveva un senso non solo per ragioni di marketing: ed è stato un calcio nel quale quel numero aveva comunque uno spessore reale, e non solo fittizio. Maradona divise la scena con altri trequartisti straordinari. Il brasiliano Zico, profondamente diverso da lui; Alex Del Piero, Francesco Totti, ma soprattutto Roberto Mancini e Roberto Baggio che si affacciarono al calcio all’epoca in cui Maradona era già un leader e un vincente.
Maradona ebbe sempre parole al miele per gli altri numeri dieci italiani. Di Mancini disse… “è sfrontato, come piace a me, e in campo può davvero fare qualsiasi cosa gli piaccia”. A Baggio riconobbe il merito di essere l’unico in grado di oscurarlo: “Quando è in giornata è grande quasi quanto me” dichiarò.
A carriera conclusa Maradona dedicò molte risorse a valorizzare il numero che contrassegnò tutta la sua carriera. Stampò maglie celebrative, orologi di marca (l’Hublot #10 firmato da lui vale una fortuna) e una trasmissione, l’ultima nella quale fu il grande e assoluto protagonista… ‘La noche del Dies’, la notte del Dieci, scritto maiuscolo.
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