Sebastian Coltescu, chi è e cosa rischia l’arbitro accusato di razzismo

L’episodio di Parigi del quale si è reso protagonista Sebastian Coltescu diventa oggetto di un’indagine della UEFA

Quello che è accaduto ieri sera a Parigi, con gli insulti razzisti pronunciati dal quarto uomo, l’arbitro internazionale rumeno Sebastian Coltescu, nei confronti di Pierre Webo, assistente tecnico del Basaksehir di Istanbul, è diventato un caso internazionale.

Sebastian Coltescu, le accuse

La commissione arbitrale UEFA, che ieri ha ratificato la ripresa della gara (in programma questa sera alle 19), ha immediatamente disposto l’invio a Parigi di una nuova squadra arbitrale. Ma l’imbarazzo da parte della UEFA è palpabile. Ieri il sito della federazione europea, che racconta ogni singola partita con un live in tempo reale, ha definito l’episodio “un incidente” sulla base del quale è stata decisa la sospensione della partita che riprenderà questa sera a partire dal 13’ minuto. É  stato in quel momento che il direttore di gara, l’olandese Makkelie, è stato costretto a sospendere il match dietro le proteste della squadra turca: per altro immediatamente fatte proprie anche dalla panchina del PSG.

Un imbarazzo evidente: perché da anni la UEFA sta faticosamente tentando di combattere la piaga del razzismo sui campi di calcio internazionali con innumerevoli iniziative che sono costate decine di milioni di euro in comunicazione e social marketing.

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Le ammissioni del quarto uomo

Molte le testimonianze che la UEFA ha raccolto con i propri commissari, che hanno ascoltato sia Webo che Coltescu che altre persone presenti. Il quarto uomo avrebbe chiamato fin dall’inizio della partita “guys” (ragazzi) i giocatori del PSG, mentre gli stranieri di colore della squadra turca sarebbero stati più volte chiamati “black guys”. Nel pieno della discussione, quando la situazione stava ormai degenerando, un altro epiteto chiaramente razzista rivolto a Webo: raccolto anche dalle telecamere, in modo davvero inequivocabile.

Colteanu a fine gara è stato prelevato dai commissari UEFA e portato in albergo senza che potesse incrociare giocatori o giornalisti. Ma stando ai si dice l’arbitro avrebbe ammesso di avere usato una frase infelice, “per eccesso di confidenza”.

Coltescu è un arbitro di notevole esperienza: 43 anni, 16 dei quali tra i professionisti del calcio rumeno. Ben 364 partite in carriera delle quali 273 nel massimo campionato del suo paese. Era internazionale da poco tempo: nove presenze in tutto tra Champions ed Europa League. In Romania è considerato uno degli arbitri più tosti per la sua propensione ai cartellini (quasi duemila ammonizioni in carriera).

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Un tentativo di suicidio

L’episodio di Parigi potrebbe costargli non solo la ribalta internazionale ma la divisa da arbitro. Se le accuse saranno confermate Coltescu rischia la radiazione da qualsiasi ruolo: tecnico, dirigenziale o arbitrale a qualunque livello. Il subbuglio che l’episodio ha provocato è enorme: in UEFA ieri sera parlavano di ‘danno comunque incalcolabile’.

Coltescu nell’ottobre del 2008 era stato anche protagonista di un episodio controverso. Si era arrampicato sul davanzale della finestra del suo appartamento a Craiova, dov’è nato, minacciando di gettarsi dal terzo piano. Ufficialmente per una delusione d’amore. Ma i giornali parlarono della ritorsione nei confronti di dirigenti arbitrali che non lo facevano avanzare di grado. Alla fine rientrò in casa. Ma la storia finì su tutti i giornali.

Superato il momento Coltescu ha bruciato le tappe salendo a 27 anni direttamente in Serie A ed entrando nella lista internazionale.